Condividi su:
Intervista esclusiva a Alessandro Casini in arte Alo, che nel 2018 è passato dalle selezioni di X Factor 12 al primo disco in italiano.
Per Voi lettori pubblichiamo l’Intervista esclusiva a Alessandro Casini in arte Alo, un artista versatile e completo che ama seguire ogni aspetto del suo lavoro personalmente.
Intervista esclusiva a Alessandro Casini in arte Alo
Come classificheresti la tua musica?
La mia musica è essenzialmente Pop. Non me ne voglia chi ci legge del Funk, R’n’B.
In realtà è anche così. Proprio perché il Pop è un genere onnicomprensivo. Guadagna influenze da tutto il mondo musicale…
Hai aperto per Talib Kweli, Yancey Boys, Gramatik. Cosa hai imparato da queste esperienze?
È bellissimo suonare prima di nomi importanti come quelli che hai citato. Ma al di là dell’entusiasmo per la data d’apertura… Non è semplice entrare in contatto con artisti così grossi. Spesso non li vedi nemmeno in faccia. Impari a smontare la strumentazione in fretta prima che il manager ti faccia delle storie
I talent show oggi sono davvero l’unico modo per emergere nella musica?
No. Credo che ormai possiamo tranquillamente sbugiardare questa idea del talent come unica fonte di successo. Esistono moltissimi artisti la fuori che si sono costruiti una solida carriera molto distanti dalle luci di un tv show. Mentre non si contano quelli caduti nel dimenticatoio. Comunque io sono dell’ idea che se tu vuoi una cosa, ci credi ciecamente e lavori giorno dopo giorno per ottenerla, alla fine la otterrai. Talent o non talent.
Leggo nella tua biografia che sei anche produttore e che curi ogni aspetto del tuo lavoro. In quale campo ti senti più a tuo agio?
Mi sento a mio agio in tutto ciò di cui mi prendo cura: dalla scrittura alla produzione, alle prove coi ballerini, alla sceneggiatura, ai costumi di scena. Diciamo che la prima fase è quella a cui posso dedicare più tempo: anche mesi. Quando una canzone è pronta e ho necessità di promuoverla allora il ritmo si fa più frenetico e devo circondarmi di molte persone per riuscire a portare a termine il lavoro. Coreografi, ballerini, stilisti, videomaker. Ma lavorare ad un progetto artistico mi fa sentire bene e pieno di energie. Non potrei mai rinunciare a tutte queste cose. Non sono quel tipo di cantante che affida le idee agli altri; di solito quello che si vede fuori è farina del mio sacco.
Quali sono i tuoi modelli di riferimento? Ascoltandoti mi pare di vedere in te un futuro Ivan Cattaneo… Sbaglio?
Modelli di riferimento… Beh come ho detto in altre occasioni io sono cresciuto con le grandi dive degli anni ’90. Quindi a livello estetico mi rifaccio a quel mondo o per lo meno a quel modo di intendere l’intrattenimento. Musicalmente invece non credo di avere dei “modelli” a cui attingo. E’ più una contaminazione dell’ambiente circostante con il mio ambiente interno, con quello che provo in un determinato momento. Non conosco bene la discografia di Ivan Cattaneo. Dovrei ascoltare e poi parlare.

Che musica ascolti di solito?
Cerco di tenermi aggiornato sulle novità, ma alla fine tendo ad essere una inguaribile popparola. Quando sono in giro per Milano ascolto le canzoni che ho salvate sul telefono… Ultimamente sto divorando l’ultimo disco di Ariana Grande e “Liberation” della Aguilera. Nella mia playlist però non mancano mai Donny Hathaway e Whitney Houston.
Parlaci di “Uomini che amano le donne”, in particolare del suo testo e di com’è nata…
“Uomini che amano le donne” è nata prima di tutto nella mia vita, poi nella mia testa e infine come canzone. Avevo bisogno di convertire un demone della mia esperienza da giovane omosessuale in qualcosa di positivo. A Ottobre dell’anno scorso avevo in mente questa filastrocca sull’ipocrisia del genere maschile, anche se molto nebbiosa. Hai presente quando hai un’idea che ti pare geniale ma non sai come si concretizzerà né se avrà lo stesso effetto quando diventerà reale? Ecco.
Poi un paio di mesi dopo mi sono seduto alla mia scrivania, davanti alla tastiera, e mi sono detto: “ok, adesso la scrivo”. Mi sono messo della pressione perché in cuor mio avevo paura che a qualcuno potesse venire la stessa idea, ma che la realizzasse prima di me.
Attualmente sei impegnato nella preparazione del tuo primo album. Puoi già anticiparci qualcosa?
Il disco in realtà è terminato. Ci sono otto tracce e io lo amo. E’ molto personale e originale direi, e ha una scrittura diretta. Sarà un album Pop. Potrebbe uscire all’inizio del prossimo anno.
Progetti futuri (a parte l’album ovviamente)?
No, per ora mi sembra di essere già largamente occupato con tutto ciò che sta succedendo da due settimane a questa parte. E poi devo registrare il video ufficiale di “U.C.A.L.D”. Non voglio pensare a nuovi progetti. Questo è il mio nuovo progetto.
Le foto nell’articolo dell’intervista esclusiva a Alessandro Casini in arte Alo sono di Megan Stancanelli