Isolamento Sociale e Perdita del Volume Cerebrale

Isolamento Sociale e Perdita del Volume Cerebrale

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Correlazione Isolamento Sociale e Perdita del Volume Cerebrale

Evidenze ottenute attraverso studi epidemiologi e di demografia hanno dimostrato che l’isolamento sociale, inteso come una bassa frequenza di contatto sociale con gli altri, è associato ad un rischio di insorgenza di demenza. I soggetti valutati hanno mostrato anche sintomi legati alla depressione in ​​tarda età.

Le persone anziane che hanno pochi contatti sociali con il mondo esterno possono avere maggiori probabilità di mostrare una perdita del volume cerebrale complessivo rispetto alle persone con contatti sociali più frequenti. Inoltre, le aree cerebrali interessate dalla perdita di volume sarebbero le stesse che mostrano alterazioni in presenza di una diagnosi di demenza.

Dettagli dello studio

Un nuovo studio si trova pubblicato nel numero online del 12 luglio 2023 di Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology.

Gli autori del lavoro di ricerca hanno ipotizzato che una bassa frequenza di contatto sociale possa essere coinvolta nell’atrofia cerebrale e che i sintomi depressivi possano svolgere un ruolo in questa relazione. Lo scopo dello studio era quello di  valutare l’associazione tra bassa frequenza di contatto sociale e i volumi di varie regioni del cervello. Ma non solo, un altro scopo era quello di capire la misura in cui i sintomi depressivi mediavano queste relazioni grazie ad un ampio studio di coorte multisito basato sulla popolazione.

Lo studio non dimostra che l’isolamento sociale causi una riduzione del volume cerebrale. Mostra solo un’associazione.

Metodologia dello studio: partecipanti e procedure

Lo studio ha coinvolto 8.896 persone con un’età media di 73 anni che non mostravano sintomi di demenza.

I soggetti reclutati sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale. Oltre a ciò, gli anziani oggetto di studio hanno ricevuto un esame sanitario completo per valutare la salute generale.

Per determinare e valutare il contatto sociale, i ricercatori hanno utilizzato una semplice domanda. E cioè: “quanto spesso sei in contatto con parenti o amici che non vivono con te (ad esempio, li incontri o parli al telefono)?”. Le possibili risposte erano le seguenti: tutti i giorni, più volte alla settimana, più volte al mese e raramente.

Il team di ricerca ha stimato i volumi cerebrali totali e regionali, il volume intracranico e il volume delle lesioni della sostanza bianca utilizzando il software FreeSurfer. Per valutare le associazioni tra frequenza di contatto sociale e volumi cerebrali i ricercatori hanno utilizzato l’analisi di covarianza. Sono state condotte analisi di mediazione per calcolare la proporzione delle associazioni spiegate dai sintomi depressivi.

Risultati: Isolamento Sociale e Volume Cerebrale

La media aggiustata per più variabili del volume cerebrale totale nel gruppo con la frequenza più bassa di contatto sociale era significativamente inferiore rispetto a quella del gruppo con la frequenza più alta.

Il volume totale del cervello era del 67,3% nel gruppo con contatti meno frequenti. Mentre era del 67,8% nel gruppo con contatti più frequenti.

I soggetti reclutati avevano anche volumi inferiori in aree del cervello come l’ippocampo e l’amigdala. Queste sono aree che svolgono un ruolo nella memoria e sono affette in condizioni di demenza.

I ricercatori hanno preso in considerazione altri fattori che potrebbero influenzare il volume del cervello, come l’età, il diabete, il fumo e l’esercizio fisico.

Fattori considerati nello studio: Isolamento Sociale, Lesioni della Materia Bianca e Depressione

Le persone socialmente isolate mostravano anche più piccole aree di danno nel cervello, ovvero lesioni della materia bianca, rispetto alle persone con frequenti contatti sociali. La percentuale di volume intracranico interessato da lesioni della sostanza bianca era 0,30% per il gruppo socialmente isolato, rispetto allo 0,26% per il gruppo più socialmente connesso.

I ricercatori hanno scoperto che i sintomi della depressione spiegavano in parte la relazione tra isolamento sociale e volumi cerebrali. Le relazioni sembravano essere infatti solo in parte mediate da sintomi depressivi, che rappresentavano dal 15% al ​​29% delle associazioni osservate.

Possibili Interventi per evitare l’Isolamento Sociale

L’isolamento sociale è un problema in crescente aumento per quanto riguarda la popolazione anziana, come ha affermato l’autore dello studio Toshiharu Ninomiya, MD, PhD, della Kyushu University di Fukuoka, in Giappone. I risultati suggeriscono che fornire supporto alle persone per aiutarle a mantenere le loro connessioni sociali può essere utile per prevenire atrofia cerebrale e demenza.

Come sostiene sempre l’autore Ninomiya, alcuni studi hanno dimostrato che esporre le persone anziane a gruppi socialmente stimolanti ha fermato o addirittura invertito il calo del volume del cervello. Queste attività hanno anche migliorato le capacità di pensiero e di memoria. Quindi, è possibile che gli interventi per ridurre l’isolamento sociale possano prevenire la perdita di volume cerebrale e la demenza che spesso ne consegue.

Fonti: Social isolation linked to lower brain volume; Association Between Frequency of Social Contact and Brain Atrophy in Community-Dwelling Older People Without Dementia: The JPSC-AD Study

 

 

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Autore dell'articolo: Eliana Pellegrino