Nell’ultima puntata del noto programma Mediaset Quarto Grado, Alessandra Viero e Gianluigi Nuzzi sono tornati ad occuparsi del caso del piccolo Loris Stival, più precisamente di sua madre Veronica Panarello. La donna si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso il figlioletto, nonostante ella abbia più volte affermato di non essere l’assassina materiale del piccolo, scaricando tale gravissima colpa sul suocero Andrea. In verità l’uomo pare essere totalmente estraneo alla triste vicenda; nonostante tutto, Andrea, nonno del piccolo Loris, era stato additato da Veronica anche come suo amante, oltre all’infame accusa (da parte della nuora) di essere l’omicida del nipotino.
Loris Stival: le dichiarazioni dell’ex compagna di carcere di Veronica
Un inviato di Quarto Grado ha avuto modo di intervistare l’ex compagna di carcere di Veronica Panarello, per sapere di più sulla sua persona. La donna ha reso noti particolari a dir poco agghiaccianti che vi riassumeremo nel seguito di questo articolo. Si è iniziato con un argomento importante: il giorno della morte di Loris. All’intervistata, è stato chiesto se Veronica avesse mai detto qualcosa di significativo circa quella fatidica giornata del 29 Settembre 2014.
La donna ha affermato: ‘Parlavamo in gruppo nella nostra stanza, chiedendole cosa fosse successo e come mai avesse fatto una cosa simile. Lei ha detto di aver messo le fascette al bambino nei polsi e il bambino le ha chiesto di togliergliele, in quanto gli facevano male’. ‘Ti giuro, ora faccio il bravo’ così avrebbe detto il bimbo alla mamma, a patto che quest’ultima lo lasciasse stare.
All’ex compagna di carcere di Veronica è stato poi chiesto perché mai quest’ultima avrebbe legato Loris con delle fascette, la risposta è stata: ‘Perché non voleva andare a scuola’. la donna avrebbe dunque costretto Loris, per metterlo in punizione. Veronica pensava (secondo la sua versione) che tali fasce si sarebbero aperte da sole. Il racconto dell’intervistata continua: ‘Poi mi ha detto che le ha telefonato il marito e poi ha trovato il bambino che si era messo la fascetta al collo da solo’. Alla domanda su come avrebbe fatto, la risposta della donna è stata: ‘Lei spiegava questo, che non capiva il perché, come mai questo bambino si era messo la fascetta al collo…’.