#Metoo anche per Sony: stop a scene di sesso nei videogame. Decisione importante per il colosso giapponese che riguarderà PlayStation 4
Un insieme di regole nuove e più stringenti: #Metoo anche per Sony che vuole ridurre al massimo le scene di sesso esplicite nei ssuoi videgiochi.
Una scelta importante che mira tutelare l’immagine dell’azienda e a non dare un volto negativo alla donna.
Come riportato dal Wall Street Journal, le nuove linee guida nascono dall’esigenza degli sviluppatori “di offrire contenuti bilanciati” e il gioco “non inibisca una crescita e uno sviluppo sano dei giovani”.
Una decisione che vuole altresì distaccarsi da una concezione più liberare in Giappone in materia di nudo femminile: disposizioni poco rigide che la Sony vuole limitare.
Quindi anche la Sony appoggia la campagna a favore delle donne nata nel 2017 sui social network
Sempre secondo il giornale di New York, il tutto nasce dalla diffusione di piattaforme online (Twitch di Amazon e YouTube Gaming) che trasmettono in diretta le partite ai videogiochi, valicando i confini nazionali.
Un altro fattore impornante inoltre deriva dalla crescita dello stesso movimento femminista in America che da temere alla Sony di essere associata a contenuti non positivi verso le donne.
Un ideale appoggiato dunque anche dalla Sony: ma di cosa si tratta?
Si tratta di un movimento femminista nato sui social network nel 2017, per denunciare la violenza sulle donne soprattutto nei luoghi di lavoro.
In realtà l’espressione Me Too è nata per la prima volta in questo contesto da Tarana Burke nel 2006; ma fu Alyssa Milano il 15 ottobre 2017 ad ampliarne la portata.
A usare l’hashtag alla fine di quella giornata: 200mila volte e 500mila volte dopo due giorni.
Su Facebook, l’hashtag è utilizzato da più di 4,7 milioni di persone in 12 milioni di post nelle prime 24 ore.
Facebook riporta inoltre, che solo negli Stati Uniti, il 45% degli utenti ha un contatto con un post contenente l’hashtag