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Il 10 novembre la nazionale azzurra se la vedrà con la Svezia. Da quella partita dipenderà le sorti della squadra per i Mondiali di Russia del prossimo anno. La Svezia, in questa partita di spareggio, non è da sottovalutare. Nonostante non si guadagni un posto nei gironi dei Mondiali da molti anni, ha ora la forza sufficiente per far faticare i nostri. Che già non godono di un’ottima salute.
Italia – Svezia è una partita già vista, per 23 volte. In 11 occasioni la nazionale ha vinto, 6 volte ha pareggiato e nelle 6 rimanenti ha perso. Sicuro dei suoi ragazzi ma conscio che non sarà una partita semplice, il ct della nazionale Giampiero Ventura, che ha affermato: «Affronteremo un avversario forte che merita il massimo rispetto: la Svezia, nel cammino che l’ha portata ai play off, ha battuto la Francia a Stoccolma ed è arrivata davanti all’Olanda. Ci prepareremo alla doppia sfida di novembre con fiducia e determinazione: nessuno ha mai preso, e prende, in considerazione l’ipotesi di non andare al Mondiale».
Per i mondiali una sfida tutt’altro che semplice
La Svezia si è dimostrata preparata nelle ultime partite che ha giocato e per questa è diventata un avversario temibile negli ultimi mesi. Ma il ct è sicuro di farcela, contando sia su chi ha portato la nazionale a diverse finali, sia per le giovani promesse che hanno preso un posto da titolari in questa occasione. «Ho la fortuna di lavorare con un gruppo di ragazzi eccezionali, sia chi vive la Nazionale da tempo, sia chi è stato chiamato a rappresentare l’Italia negli ultimi mesi. Ci accompagnerà l’amore degli italiani: la storia insegna che nei momenti senza appello è sempre stato così. In Russia si va tutti insieme» ha affermato poi Ventura.
Gabriele Oriali, team manager, è invece più razionale ma non perde comunque la speranza di vedere i nostri in Russia, il prossimo anno. «Poteva andare meglio ma accettiamo il sorteggio. Siamo l’Italia, abbiamo la nostra tradizione, non deve farci paura nessuno. Quindi siamo ottimisti, pensiamo in positivo anche se sappiamo di avere davanti un avversario difficile e scorbutico».
Fonte: repubblica.it