Non tutti sanno che l’Inps sulle pensioni esercita controlli per evitare di corrispondere ciò che in realtà non è dovuto. E per questo motivo l’istituto previdenziale ha bisogno di conoscere la situazione reddituale degli interessati.
Questo discorso però vale per quegli assegni pensionistici la cui corresponsione o il cui importo è legato proprio al reddito.
Non sono esclusi quindi anche casi in cui l’Inps proceda col blocco pensioni laddove coloro che le percepiscono non forniscano le dovute informazioni o qualora dai dati forniti non vengano più rispettati i requisiti necessari al percepimento.
Vediamo quindi chi rischia il blocco e cosa fare per evitarlo.
Blocco pensioni per mancato invio modello RED
Il riferimento è il messaggio n. 1497 del 4 aprile 2022, con cui l’Inps fa riferimento all’obbligo dell’invio del modello RED e della dichiarazione INV CIV da parte dei “soggetti beneficiari di prestazioni previdenziali e/o assistenziali, collegate al reddito dei beneficiari medesimi e dei loro familiari”. Questo perchè, come si legge nella comunicazione stessa, la situazione reddituale va ad incidere sulle prestazioni in godimento.
Per fare degli esempi, sono tenuti ad inviare le informazioni reddituali coloro che percepiscono la pensione sociale o la quattordicesima, oppure chi percepisce l’assegno di invalidità.
Il modello RED o la dichiarazione suindicata possono essere compilati autonomamente accedendo alla propria area riservata sul sito dell’Inps, oppure ci si può avvalere del contact center o dei CAF e altri soggetti convenzionati con l’ente previdenziale. In alternativa ci si può recare anche presso le strutture territoriali Inps.
Scadenza invio dichiarazioni reddituali
L’obbligo di esibizione della documentazione indicata non rappresenta una novità, trattandosi di un adempimento annuale per le categorie di pensionati che abbiamo citato. Per evitare però di incorrere in un blocco dell’accredito del trattamento pensionistico occorre rispettare le date fornite dall’Inps.
Per la campagna 2022 l’obbligo è partito il 1° giugno scorso, e la scadenza è fissata per il 23 febbraio 2023.
Mancano quindi ancora alcuni mesi, ma è consigliabile segnare sul calendario la data per non imbattersi in spiacevoli conseguenze.