GENOVA – “La sicurezza e la manutenzione non solo delle autostrade ma anche delle ferrovie e delle dighe sono state sempre obiettivi primari del ministero, come indicato anche dagli obiettivi strategici che negli anni in cui sono stato ministro ho predisposto. Ma gli obiettivi strategici, che spettano alla parte politica, si traducono poi in obiettivi operativi che vengono affidati alla struttura tecnica”. Lo ha detto oggi in aula, nell’ambito del processo per il crollo del ponte Morandi, Graziano Delrio, che è stato ministro per le Infrastrutture e i Trasporti dal 2015 al 2018. “Come ministro, quindi, non conoscevo nel dettaglio le modalità di svolgimento del monitoraggio delle infrastrutture da parte delle concessionarie che interloquivano direttamente con la struttura tecnica”.
Ponte di Genova, Delrio, “Risorse per la vigilanza capillare insufficienti”
Alla domanda del pm Marco Airoldi se avesse avuto notizia delle interrogazioni parlamentari formulate nel 2015 e nel 2016 dal senatore Maurizio Rossi che, sollecitando la realizzazione della Gronda autostradale, poneva alcune questioni sul ‘grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e di cui non si conosce la sicurezza da tempo’, Delrio ha spiegato: “Ne sono venuto a conoscenza solo dopo il crollo perché al ministero arrivano centinaia di interrogazioni e non a tutte mi viene chiesto di rispondere. E comunque – ha aggiunto – devo dire che se anche l’avessi vista prima non l’avrei considerata come un allarme perché la premessa sulle condizioni di sicurezza del ponte era abbastanza generica e l’obiettivo mi pare fosse stimolare le realizzazione della Gronda per il potenziamento della viabilità in quello che è un nodo strategico”. Circa il dovere di vigilanza del Mit sulle concessionarie Delrio, a domanda del pm se le risorse del ministero sarebbero state sufficienti a controlli a tappeto su tutte le infrastrutture, ha risposto che “le risorse disponibili per una vigilanza capillare non erano sufficienti, ma ero convinto che delle verifiche a campione venissero eseguite. Però era solo un mio pensiero, perché non rientrava nella mia competenza verificare che venissero effettivamente eseguite”.