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La Caritas ha segnalato un allarmante dato della povertà nella città di Roma, che investe per il 50% anche la popolazione italiana. I cosiddetti nuovi poveri, diplomati e gente appartenente al ceto medio, che da una vita tranquilla e con uno stipendio discreto, si ritrovano ora a sopravvivere solo grazie alle associazioni di volontariato.
L’analisi è stata realizzata dalla Caritas diocesana, che ha stilato un rapporto presentato oggi alla Lateranense dal Vicario di Roma, mons. Angelo De Donatis. Il documento indica la povertà nella sola città di Roma, mostrando il disagio in cui vivono una parte delle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese.
Anche diplomati e appartenenti al ceto medio in stato di povertà
Non si tratta di persone con una scarsa istruzione o con problemi di salute. Ai nuovi poveri appartengono anche persone diplomate, con un grado di istruzione che assicura un posto di lavoro dignitoso. E’ preoccupante in particolare il fatto che questa generazione di poveri appartengono inoltre al ceto medio, il più diffuso.
Spero che «i cittadini inizino ad operare per la solidarietà, l’ascolto, la gratuità», ha affermato il direttore della Caritas diocesana, mons. Enrico Feroci. La Caritas di Roma ha indicato che sono ora 16.000 le persone in uno stato di povertà assoluta, e ha segnalato che molti risultano giovani. In una nota, ha sottolineato: «Se l’Italia, soprattutto l’universo giovanile, ha accusato ferite a causa della crisi, Roma è anche in questo capitale».
Caritas: “Barbonismo domestico”
Oltre alle 16.000 persone senza una casa, la Caritas ha segnalato anche un preoccupante numero di romani senza uno scopo, ovvero una parte della popolazione che si trovano in uno stato di «abbandono totale pur vivendo in una casa». Si tratta di coloro che non hanno un lavoro, e vivono in una costante depressione che li spinge a non cercarlo. I cosiddetti inattivi, ovvero quella parte di persone che nonostante abbiano i requisiti, non cercano un’occupazione.
Fonte: ansa.it