ROMA – Quarantena Covid, ipotesi riduzione e nuove regole. “Sono necessarie un’analisi dei ricoveri per capire quanti sono causati da Omicron e una serie di valutazioni sulla capacità di penetrazione di questa variante per arrivare a prefigurare uno scenario”, dice all’Adnkronos Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia, esperto in gestione delle emergenze e componente del Comitato tecnico scientifico. “E’ vero che, visti i dati dei contagiati, da un punto di vista socio-economico c’è il rischio che il Paese si fermi, perché potenzialmente potremmo avere milioni di persone bloccate a casa – sottolinea – E’ già accaduto per gli aerei che sono rimasti a terra a causa degli equipaggi in quarantena. D’altro canto non si può sottovalutare che c’è un rischio oggettivo perché riducendo la quarantena per i contatti stretti dei positivi si manderebbero in giro persone che potenzialmente possono infettarne altre, compresi i non vaccinati. In questo caso si potrebbe avere un effetto rebound sui ricoveri”.
La capacità di infezione della variante Omicron “è molto più alta e quindi riesce a essere maggiormente intrusiva nella popolazione dei non vaccinati – spiega – E’ vero che chi ha la terza dose ha quasi sempre una completa assenza di sintomi o una manifestazione sfumata della malattia accompagnata a un’importante riduzione della capacità di trasmettere ma questa importante riduzione della capacità di trasmettere non significa che il virus non si trasmetta”.
Nuove regole quarantena Covid per i positivi al SARS-COV-2
Per gli anestesisti però “sotto il profilo sanitario, l’abbiamo visto in Germania, è più efficace un lockdown per i non vaccinati che andare a ridurre la quarantena per i contatti di un positivo. Ma sono scelte che deve fare la politica, tenendo conto anche di un equilibrio con le attività economiche e sociali del Paese”, sottolinea all’Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac).
La riduzione della quarantena per i vaccinati con tre dosi “sotto l’aspetto medico-epidemiologico sarebbe un errore”, secondo Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, intervenuto su Cusano Italia Tv. “Aumentiamo il rischio che persone contagiate possano diffondere ulteriormente il virus. La variante iniziale del coronavirus aveva un tempo di latenza che poteva arrivare anche a due settimane, man mano questo periodo di incubazione è diventato più rapido, ma può arrivare anche a 7 giorni: ridurre la quarantena a meno di 7 giorni è rischioso, soprattutto con una variante così contagiosa come questa”, avverte Andreoni.