Roma-Lazio 0-1

26 maggio 2013, Roma-Lazio 0-1: il “Romanista” cantava già vittoria: “Nulla potrà fermarci. Ci dessero in fretta il fatidico numero da…”

 

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Il 26 maggio 2013 allo stadio Olimpico la Lazio vinse la Coppa Italia battendo la Roma per 1-0, grazie alla rete di Lulic al 71′, con l’ex calciatore bosniaco che per i tifosi biancocelesti vivrà in eterno, grazie al gol che ha permesso di alzargli la Coppa in faccia.

Poco più di un mese prima, esattamente il 18 aprile, ovvero il giorno dopo la qualificazione della squadra giallorossa in finale, grazie al successo 3-2 al “Meazza” contro l’Inter, il quotidiano il “Romanista” fece un editoriale dove si dava per certo, anche con una certa strafottenza, la vittoria nell’ultimo atto contro i biancocelesti. Parole che a dieci anni di distanza sembrano incredibili, considerando che all’epoca le due squadre più o meno erano sullo stesso livello (in campionato la Roma fece 62 punti e la Lazio 61) e dunque fare un editoriale di quel tipo fu un vero e proprio suicidio calcistico. Di seguito ve lo proponiamo per intero:

Il Romanista: Roma in finale, la vittoria è già scritta

Il più grande concerto dal vivo degli ultimi anni è durato 4 minuti ed è stato un coro a cappella che ha stramaccionato via la svogliata e inchiodata al prato Roma del primo tempo. A cui perdono tutto il liquidame dei primi 45 minuti perché mi porta alla serata epica di una finale. Con il caldo del mese di maggio. Il profumo dei glicini e del gelsomino che arriva fin dentro le narici mentre in motorino me ne andrò all’Olimpico nella serata più erotica degli ultimi anni. Perché c’è da fare sesso con la Lazio. E godere. Perché sarà così. Perché non può che essere così. Perche Dio lo vuole.

E anche Satana è della stessa identica idea. E ho quaranta giorni ora per apparecchiare la tavola, scegliere la tovaglia adatta, le posate giuste, il grande e ghiacciato vino consono al banchetto che ho in mente. Perché io ho quella serata davanti agli occhi da settimane. Anche se non se ne sa ancora con esattezza la data perché quel giorno un filosofo dell’inutilità umana ha scelto di portarci tutti all’ennesima e fastidiosa chiamata alle urne. Indicheremo un sindaco, un’amministrazione, un nuovo primo cittadino a cui mandare gli improperi mentre rimbalziamo sulle buche della città come sassi negli stagni.

Non c’era altra data possibile per la politica che quella già decisa da tempo e decretata come unica e benedetta per la finale di Coppa Italia? Ok, non importa. Ne tirassero fuori un’altra. Ci dessero in fretta il fatidico numero da stampare nella mente ed evidenziare sul calendario in cucina. Nulla potrà fermarci. Abbiamo il Papa dalla nostra parte che ha scelto un nome che è una garanzia per tutti noi. E abbiamo il calciatore in attività più forte del mondo degli ultimi venti anni di storia del calcio. Che altro abbiamo? Abbiamo mezza stella d’argento da sceriffi già cucita sul rosso della maglia. Chi ce la strappa? Lotito e i suoi pennuti boys? La mala sorte? Un arbitraggio maledetto? Nulla. Tranquilli.

Nulla potrà toglierci quello che è giusto, stabilito e deciso. Me ne tornerò senza voce, senza casco, senza sonno e senza fame. E nel tragitto che mi riporterà a casa farò un bel giro largo e passerò a Trastevere, mi farò tutto il lungotevere in un senso e nell’altro, salirò al Gianicolo e poi al Pincio, traverserò piazza Navona e Fontana di Trevi, urlerò in Prati, davanti a Vanni, tutto il mio amore per la Roma. E me ne tornerò a casa sfinito, sporco e sudato. Farò una lunga doccia. E mi siederò a tavola, sorridente. E realmente soddisfatto di essere nato qui. E da lombi saggi“. (fonte: il romanista)

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Autore dell'articolo: Andrea Riva

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