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Si chiama Edoardo Badolato, e a 24 anni si è classificato sesto il campione del videogame Fortnite, portando a casa 67mila euro.
Per Edoardo Badolato, 24enne originario di Bergamo, Fortnite non è più soltanto un videogioco, bensì un lavoro. Oltre a prendere uno stipendio per i suoi risultati come Carnifex (nickname usato sulla famosa piattaforma) avrebbe persino un mental coach che lo aiuterebbe a mantenere la concentrazione. Ai campionati di Fortnite che si sono tenuti all’Artur Ashe Stadium di New York si è aggiudicato un montepremi di 67mila euro arrivando sesto. Il campione del mondo, alias Bugha (16 anni), ha vinto 3 milioni di dollari.
Il campione italiano Edoardo Badolato
In molti devono aver pensato che lasciare un lavoro con uno stipendio fisso per diventare gamer professionista fosse una follia, ma Edoardo Badolato ha dimostrato il contrario. In 10 settimane il 24enne Bergamasco ha scalato le classifiche ai campionati di Fortnite organizzati a New York, e si è aggiudicato il sesto posto stracciando decine e decine d’avversati. Con il denaro vinto Badolato ha dichiarato che “andrà in vacanza con la fidanzata” mentre la restante parte ovviamente la metterà da parte.
Al campionato hanno preso parte milioni di gamers, intenzionati a spartire un montepremi da 30 milioni di dollari. Com’è noto il vincitore mondiale è stato Kyle ‘Bucha’ Giersdorf, 16enne statunitense conosciuto in tutto il mondo per le sue prodezze a Fortnite.
Cos’è Fortnite?
Tra i più giovani Fortnite è conosciutissimo dal 2017, anno della sua diffusione in scala mondiale. Si tratta di un videogame di sopravvivenza a cui chiunque può giocare gratuitamente, e oggi è entrato a pieno titolo tra i colossi dell’economia reale. Sulla questione si è espressa anche Selvaggia Lucarelli, con un’interessante articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano:
“Fortnite è il videogioco più famoso del mondo, lo hanno scaricato 125 milioni di persone, condiziona l’andamento in Borsa e crea dipendenza come il tabacco, le gaffe di Toninelli e i falò di Temptation Island. Ed è più subdolo, perché mentre le persone entrate nel tunnel di Pokemon Go le riconoscevi al parco o al semaforo aggirarsi come tossici in cerca dello spacciatore, chi gioca a Fortnite lo fa nel silenzio della sua camera (come mio figlio, purtroppo) o nel bagno del suo ufficio.”
Fonte Foto: La Repubblica