Due nuovi studi hanno mostrato come si possa diagnosticare l’Alzheimer in modo rapido e non invasivo con uno screening oculare.
Alzheimer: una patologia in aumento
A fronte di un’aumentata prospettiva di vita, ci troviamo con una popolazione sempre più anziana e malata.
Tra le patologie in aumento vi è, senza dubbio, l’Alzheimer che compromette seriamente la qualità della vita dei soggetti affetti e di chi sta loro accanto.
Le attuali pratiche diagnostiche sono invasive o costose o inefficaci: le scansioni cerebrali sono costose e non tutti possono permettersele; le perforazioni lombari sono invasive, dolorose e potenzialmente dannose.
Gli specialisti, attualmente, fanno diagnosi basandosi su test di memoria e monitorando i cambiamenti comportamentali.
Tuttavia, con questo metodo, quando compaiono i sintomi, la malattia è già progredita.
Alzheimer: screening oculare per diagnosticarlo in tempo
Due nuovi studi presentati al 122 ° Meeting annuale dell’American Academy of Ophthalmology, tenutosi a Chicago, hanno mostrato che l’Alzheimer altera i sottili vasi sanguigni nella retina nella parte posteriore dell’occhio e, per questa ragione, sarebbe possibile una diagnosi precoce con un semplice screening oculare non invasivo.
Gli studiosi hanno utilizzato una tecnica chiamata OCTA per esaminare il legame tra le retine degli occhi e il morbo di Alzheimer.
Gli scienziati hanno confrontato le retine di persone con Alzheimer con quelle di persone che avevano solo un lieve declino cognitivo e con le retine di coloro che non avevano alcun disturbo.
E’ emerso che le persone malate avevano perso piccoli vasi sanguigni nella retina nella parte posteriore dell’occhio. Inoltre, un certo strato della retina era più sottile.
Un secondo studio ha, invece, preso in esame 400 persone che erano ad alto rischio genetico di sviluppare la malattia.
E’ emerso che la retina è più sottile nelle persone con un rischio genetico. Inoltre, l’ippocampo, area chiave del cervello per l’apprendimento e la memorizzazione, era più piccolo.
Gli scienziati ipotizzano che i cambiamenti nella retina riflettono le interruzioni dei vasi sanguigni del cervello che causano l’Alzheimer.
La ricerca continua ad adoperarsi per scoprire tecniche di diagnosi sempre meno invasive e sempre più rapide allo scopo di prevenire il morbo o, almeno, intervenire in tempo per rendere la vita più facile ai futuri pazienti e alle loro famiglie.