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L’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha risposto ai giudici di Palermo. Nel Processo sulla trattativa Stato- Mafia tenutosi nell’aula Bunker del carcere “Ucciardone” il leader di Forza Italia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo politico era stato citato dai legali Di Marcello dell’Utri. Ascoltato come testimone davanti alla Corte d’Appello ha preferito mantenere il più stretto riserbo sulla vicenda. Berlusconi ha anche negato il permesso di farsi fotografare e riprendere dalle telecamere. “Su indicazione dei miei legali, mi avvalgo della facoltà di non rispondere”, ha detto Berlusconi alla corte. Dopo avere dispensato sorrisi come al solito, il cavaliere è apparso piuttosto deciso sul non volersi fare coinvolgere, dal suo amico di sempre. Ricordiamo, invece che Marcello Dell’Utri è uno degli imputati del processo, condannato a 12 anni in primo grado.
Berlusconi non risponde ai giudici. La posizione del politico
Appena entrato in aula i Magistrati hanno illustrato al politico le prerogative garantitegli dallo stato di teste assistito. Condizione determinata dal fatto che a suo carico pende un’inchiesta sulle stragi del 1993. Quindi, essenzialmente su fatti probabilmente collegati a quelli del procedimento: Trattativa stato – mafia. La Corte dunque ha avvertito l’ex premier della possibilità di non rispondere, precisando però che qualora Berlusconi lo avesse fatto avrebbe dovuto dire la verità. In aula erano presenti anche i legali del segretario di Forza Italia: Franco Coppi e Nicolò Ghedini.
Le reazioni dei legali di Dell’Utri
La risposta di Berlusconi era attesa dai legali di Dell’Utri. All’inizio dell’udienza l’avvocato Francesco Centonze aveva chiesto alla Corte di Acquisire una dichiarazione dell’ex Premier. Parole dette da Berlusconi e registrate nel corso di una conferenza stampa da Rai New , il giorno della condanna di Dell’Utri, il 20 Aprile 2018. “In quella occasione disse che il Governo Berlusconi nel 1994 e anche successivamente non ha mai ricevuto alcuna minaccia dalla mafia e dai suoi rappresentanti. E’ una dichiarazione che va proiettata in aula magari, anche prima dell’audizione del testimone”, ha ribadito il difensore dell’imputato. Richiesta comunque bocciata dalla procura generale: “Non siamo uno studio Tv” -hanno detto Giuseppe Fici e Sergio Barbiera. Anche la Corte ha bocciato l’istanza: “Il documento risulta acquisito agli atti, come dice la Cassazione non è il caso, che la proiezione avvenga nel contraddittorio delle parti”.
La testimonianza
Secondo indiscrezioni, Berlusconi non voleva nemmeno venire al processo. Nei giorni scorsi i suoi legali avevano presentato regolare certificato. In questo modo gli avvocati del leader di Forza Italia volevano attestare, che da due anni c’è una nuova indagine sui mandanti occulti delle stragi del 1993. L’inchiesta riguarda proprio Berlusconi e dell’Utri amici inseparabili da 45 anni. I togati hanno insistito per la convocazione. Ma Berlusconi ha taciuto lo stesso. Per altro anche dell’Utri non era in aula. L’ex poliziotto- politico è rimasto nella sua casa di Milano. Dove sta finendo di scontare un’altra condanna, per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex politico non ha rilasciato interviste. La moglie Miranda Ratti invece si è sfogata su Androkonos: “E meglio che non dico quello che penso”- Ha detto. “Qui c’è la vita di Marcello in gioco”- Ha concluso.