La direzione distrettuale antimafia sta indagando su un raid punitivo effettuato dal clan Casamonica durante il giorno di Pasqua. A subire la violenza è stato il gestore di un bar della periferia Sud-Est di Roma. Ferita anche una donna che ha tentato di prestare soccorso. Mezz’ora dopo la violenza i due ritornano e ai proprietari del bar arrivano ulteriori minacce di morte. Alle minacce è poi seguita la distruzione del locale. Gli aggressori hanno rovesciato tavoli e rotto vetrine e sedie, lasciando il bar in condizioni disastrose.
Casamonica: violenze durante la giornata di Pasqua
È il giorno di Pasqua, ci troviamo nella periferia Sud-Est di Roma. Due esponenti del clan mafioso Casamonica si trovano all’interno del Roxy Bar, in fila per acquistare le sigarette. I due pretendono di saltare completamente la fila e ordinano ai proprietari di essere serviti per primi, senza dover aspettare. Un giovane barista, di origine romena, non conosce i due esponenti e ignora quindi le loro parole. I due allora cominciano ad insultare la provenienza del barista e, all’intervento verbale di una donna in fila, passano all’azione. La giovane donna viene aggredita con una cinghia, letteralmente frustata nel locale. Poi viene presa a calci e pugni. Nessuno ha il coraggio di intervenire e la donna viene minacciata di morte in caso decidesse di chiamare la polizia.
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Tutti quanti escono dal locale e il giovane barista decide di aiutare la donna e le consiglia di andare via. Mezz’ora dopo, i due ritornano. Il barista viene aggredito con una bottiglia di vetro e il locale viene distrutto, vengono rotte vetrine, sedie e tavoli. Altre minacce dirette al barista romeno e al gestore del bar. A quest’ultimo viene ordinata la chiusura del bar, per evitare ulteriori raid punitivi. Per la giovane donna ci sono otto giorni di prognosi riservata, mentre per il barista ce ne sono trenta. Nonostante tutto ciò, i due decidono di denunciare il clan.