AMATRICE – Conte commemora le vittime di Amatrice. Oggi, nella città ancora segnata dal sisma, si sono celebrati i quattro anni dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale, e le sue 299 vittime. Il premier è arrivato al campo di calcio per la toccante cerimonia tastando subito con mano l’amarezza degli amatriciani, che non hanno riempito i posti previsti per la platea.
Una volta entrato nel campo di calcio, il presidente del consiglio si è avvicinato ad una delle residenti di Amatrice: “Siamo amareggiati, ci sono solo promesse, solo promesse”, ha protestato la donna parlando con Conte e chiedendogli un incontro “vis a vis”. Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il commissario al sisma Giovanni Legnini e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Conte commemora le vittime di Amatrice
Ma non è tutto. Successivamente il capo del governo, parlando con alcuni residenti amatriciani dopo la cerimonia, ha spiegato:
“Le leggi per accelerare e semplificare le abbiamo fatte ma tra sei mesi, un anno, non cambiera’ nulla. Il processo di ricostruzione e’ lungo e complesso. Il Recovery Fund potrà dare un contributo per integrare le risorse già stanziate”.
Non ci sono state solo le dichiarazioni di Conte. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un passaggio del messaggio inviato in occasione del quarto anniversario del terremoto che colpì l’Italia Centrale, ha affermato:
“Nella triste ricorrenza del quarto anno dal gravissimo terremoto che provocò nell’Italia Centrale più di trecento vittime e oltre quarantamila sfollati, desidero ancora una volta esprimere ai cittadini di Amatrice, Accumuli, Arquata, Pescara del Tronto e delle altre zone colpite, vicinanza e solidarietà. Il pensiero che si rinnova va, anzitutto, alle vittime e ai loro familiari. E ai tanti che hanno perduto casa o lavoro – e spesso entrambi – in quella notte drammatica”.
Non solo. Poi il capo dello Stato ha aggiunto:
“Nonostante tanti sforzi impegnativi, l’opera di ricostruzione dei paesi distrutti – da quel sisma e da quelli che vi hanno fatto seguito in breve tempo – è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica. Nello spirito di solidarietà, fondamento della nostra Costituzione, la Repubblica – in tutte le sue istituzioni, territoriali e di settore – deve considerare prioritaria la sorte dei concittadini più sfortunati colpiti da calamità naturali, recuperando, a tutti i livelli, determinazione ed efficienza”.