ROMA – Conte torna a parlare del Recovery Plan, e lo fa con un tono che sa di risposta polemica alla cancelliera tedesca Angela Merkel:
“A far di conti sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri. Ci stiamo predisponendo per un Recovery Plan italiano che presenteremo a settembre”.
Ma quali sono le parole della Merkel che hanno (o meglio, avrebbero) infastidito il premier italiano? Qualche indizio c’è, visto che Angela ha rilasciato un’intervista a diversi quotidiani, fra cui La Stampa, dove affronta il tema dell’utilizzo dei fondi europei:
“Abbiamo creato degli strumenti, attraverso la Bei, il Mes con linee di credito preventive, o le regole della cassa integrazione con lo Sure – dice la Merkel – Questi strumenti possono essere usati da ciascuno, e non li abbiamo creati per lasciarli inutilizzati”, ma chiarisce che l’utilizzo di questi strumenti “è una decisione italiana”.
Conte torna a parlare del Recovery Plan: “Lo presenteremo a settembre”
Un mese fa, il premier Giuseppe Conte aveva parlato di “ottimo segnale” dall’Ue proprio in riferimento al Recovery Plan:
“Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia – così Conte – Siamo stati descritti come visionari perchè ci abbiamo creduto dall’inizio. 500 miliardi a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato e liberiamo presto le risorse”.
In un post pubblicato su Facebook, Giuseppe Conte aveva affermato:
“L’Italia deve farsi trovare pronta all’appuntamento. Deve programmare la propria ripresa e utilizzare i fondi europei che verranno messi a disposizione varando un “piano strategico” che ponga le basi di un nuovo patto tra le forze produttive e le forze sociali del nostro Paese. Questo è il momento per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro. Abbracciando questa prospettiva, con coraggio e visione, trasformeremo questa crisi in opportunità. Ci sono alcune azioni fondamentali per recuperare il divario di crescita economica e produttività, nei confronti degli altri Paesi europei, che ci ha caratterizzato soprattutto negli ultimi vent’anni”.