Cos’è la Degenerazione Maculare legata all’età?
La retina è lo strato più interno dell’occhio. Questo strato è costituito da fotorecettori che convertono la luce in impulsi nervosi. La macula costituisce la parte centrale della retina ed è coinvolta nella visione nitida e diritta, nota anche come visione centrale.
Il danno alle cellule della macula, noto appunto come degenerazione maculare, provoca una graduale perdita della visione centrale e compromette la capacità di visualizzare i dettagli più fini. La patologia ostacola lo svolgimento delle attività quotidiane, come leggere e guidare, ed è associata a un declino della qualità della vita.
La degenerazione maculare legata all’età è la principale causa di perdita della vista nella popolazione più anziana. L’acronimo inglese utilizzato per riferirsi alla patologia è AMD (Age-related Macular Degeneration).
AMD e possibili trattamenti
La degenerazione maculare legata all’età può essere classificata come umida o secca.
La AMD umida è causata dalla perdita di vasi sanguigni associati alla retina. Nella AMD secca ci sono danni ai fotorecettori associati all’accumulo di drusen. Questi ultimi sono dei veri e propri depositi gialli o bianchi, costituiti prevalentemente da materiale proteico e lipidico.
Mentre sono disponibili terapie per il trattamento dell’AMD in fase iniziale, mancano interventi per i soggetti con AMD avanzata. Negli ultimi anni si punta anche ad interventi per rigenerare le cellule della macula perse a causa della degenerazione maculare. Tuttavia, questi interventi sono ancora in fase di sperimentazione clinica e sono lontani da quello che può essere l’uso clinico.
Attualmente, le opzioni non chirurgiche per le persone con AMD includono occhiali e lenti.
Un’alternativa a questi ausili ottici include la chirurgia per impiantare lenti che possono attenuare i deficit della vista associati alla degenerazione maculare legata all’età.
La possibile soluzione in un telescopio in miniatura?
Una delle tecnologie più innovative è il telescopio in miniatura impiantabile. Questo device utilizza una combinazione di lenti che funzionano come un minuscolo telescopio galileiano.
Parlando della struttura, questo telescopio impiantabile è costituito da una lente biconvessa, che fa convergere i raggi di luce dall’oggetto per formare l’immagine, e da un’altra lente biconcava chiamata oculare, che proietta questa immagine all’occhio. Queste lenti sono sigillate per evitare l’esposizione ai liquidi all’interno degli occhi. Il piccolo telescopio aiuta a proiettare la luce nelle regioni più sane della retina e forma un’immagine ingrandita da 2,2 a 2,7 volte del campo visivo centrale. L’altro occhio sano, e non sottoposto a chirurgia, fornisce invece informazioni sul campo visivo periferico.
L’utilizzo della tecnologia di prima generazione richiede un’incisione di 10-12 mm per l’impianto. Uno studio clinico ha dimostrato che le protesi di prima generazione hanno migliorato l’acuità visiva nel 90% degli occhi operati. Dopo il posizionamento della protesi, i pazienti devono sottoporsi ad alcuni mesi di riabilitazione postoperatoria per prevenire la visione doppia e aiutarli ad abituarsi all’uso della protesi.
Il telescopio in miniatura impiantabile di nuova generazione con incisione più piccola (Smaller Incision Next-Generation Implantable Miniature Telescope, in sigla SING IMT) è una lente speciale che va all’interno dell’occhio per migliorare l’esperienza visiva per i pazienti. E’ così che si va a migliorare la compromissione della visione centrale bilaterale da moderata a profonda dovuta a degenerazione maculare senile avanzata.
La seconda generazione di questi impianti protesici, costituita proprio dal telescopio miniaturizzato impiantabile di nuova generazione con incisione più piccola, è stata sviluppata per ridurre la complessità chirurgica e migliorare la sicurezza pur mantenendo lo stesso ingrandimento del suo predecessore. In particolare in questo caso l’impianto richiede meno punti di sutura e un’incisione più piccola (di 6-8 mm). La facilità di impianto e la ridotta complessità chirurgica possono ridurre il trauma durante l’intervento e il tempo di recupero dopo l’operazione.
Questo telescopio non solo migliora la salute dell’occhio, ma è un sofisticato esempio di ausilio per ipovedenti che viene posizionato all’interno dell’occhio, riducendo al minimo l’utilizzo di altri ausili utilizzati in questi casi.
Il SING IMT è la lente di seconda generazione che mostra miglioramenti, come dimensioni più ridotte e conseguente chirurgia più efficiente.
Uno studio mostra un miglioramento nella visione dopo l’impianto del telescopio
Un recente studio della durata di tre mesi è stato condotto su persone con degenerazione maculare legata all’età. La malattia si presentava da moderata ad avanzata in entrambi gli occhi.
Dai risultati si evince che l’impianto della protesi ha migliorato significativamente l’acuità visiva da lontano e da vicino nell’occhio operato. Questo dato è venuto fuori grazie al confronto con quella che era la condizione precedentemente all’intervento chirurgico.
Inoltre, lo studio ha rilevato che il danno causato allo strato interno della cornea durante l’impianto del piccolo telescopio è meno grave di quello dovuto alla protesi di prima generazione. Ciò suggerisce che questa tecnologia può effettivamente ridurre il trauma durante l’intervento chirurgico. Ciò può essere dovuto presumibilmente al fatto che serve un minor numero di suture considerate necessarie durante l’operazione chirurgica.
E’ opportuno aggiungere che il telescopio in miniatura impiantabile non è stato ancora approvato dalla Food and Drug Administration (FDA).
Fonte: Age-related macular degeneration: New miniature telescope shows promise in improving vision
Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay