Demenza e carenza vitamina D: esiste una correlazione?

Demenza e carenza vitamina D: esiste una correlazione?

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Cos’è e a cosa serve la vitamina D?

La vitamina D è una vitamina liposolubile che svolge un ruolo importante nell’omeostasi del calcio e nel metabolismo osseo. Una sua carenza può portare a osteomalacia negli adulti e rachitismo nei bambini. Bassi livelli di vitamina D sono dunque associati ad osteoporosi, aumento del rischio di cadute e fratture. Molti studi recenti mostrano un’associazione tra carenza di vitamina D e cancro, malattie cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni e depressione.

Demenza, un nuovo studio arriva dall’Australia

Per la prima volta, un nuovo studio ha valutato i livelli di vitamina D nel cervello umano e il potenziale effetto sulle funzioni cognitive. I ricercatori hanno scoperto che livelli più elevati di vitamina D sono associati a un minor rischio di demenza nella popolazione anziana. Bisogna aggiungere che il ruolo esatto della vitamina nella funzione cognitiva non è ancora del tutto chiarito.

Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 290 persone decedute. Erano tutti degli anziani che non avevano ricevuto una diagnosi di demenza al momento del reclutamento. Tutti i soggetti reclutati hanno accettato di donare i loro organi dopo la morte. Attraverso opportune misurazioni, i ricercatori hanno scoperto che concentrazioni più elevate di vitamina D nel cervello erano associate a una probabilità inferiore dal 25% al ​​33% di sviluppare demenza o lieve deterioramento cognitivo al momento dell’ultima visita. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.

Chiaramente questo lavoro di ricerca presenta dei limiti. Prima di tutto, individua delle correlazioni, ma non chiarisce i meccanismi che sono alla base degli effetti osservati. Inoltre, i ricercatori non hanno esaminato le associazioni tra livelli insufficienti di vitamina D e funzione cognitiva. Gli stessi autori hanno scritto che è possibile che le concentrazioni della vitamina nel cervello possano essere un indicatore di “resilienza cognitiva”. Le persone con livelli più elevati possono mostrare minori segni di deterioramento cognitivo nonostante un elevato carico neuropatologico. Un altro limite dello studio è che quasi tutti i partecipanti erano bianchi. I ricercatori citano la necessità di studi futuri su popolazioni più eterogenee.

La vitamina D e il suo ruolo nel cervello umano

Il ruolo che questa vitamina svolge nelle funzioni cerebrali non è completamente compreso. Questo è il primo studio a esaminare i livelli di vitamina D nel cervello e la potenziale correlazione con le funzioni cognitive. Pare che la vitamina in questione sia coinvolta nei percorsi di segnalazione cellulare che a loro volta possono avere un ruolo nella neurodegenerazione. Bisogna aggiungere e sottolineare che neanche i complessi processi che guidano la neurodegenerazione sono del tutto chiariti. Ciò che si osserva è che la carenza di vitamina D è collegata a un volume ippocampale ridotto e a una connettività strutturale interrotta nei pazienti con decadimento cognitivo lieve.

Demenza, il futuro della ricerca

Sebbene siano ancora molti gli aspetti da chiarire, questo lavoro di ricerca, così come altri, sottolinea l’importanza di prevenire ed evitare la carenza di vitamina D. Questo è un elemento importante non soltanto per il rischio di demenza, ma anche per la salute globale dell’individuo. Per i ricercatori è importante continuare a lavorare per stabilire quali siano i meccanismi causali dei risultati osservati.

 

Fonti: Low levels of vitamin D in the brain linked to increased dementia risk; Vitamin D Deficiency

 

 

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Autore dell'articolo: Eliana Pellegrino