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Dal 20 maggio 2023, è entrata in vigore la legge n. 49 del 2023, che introduce importanti tutele per i professionisti riguardo all’equo compenso. Questa nuova normativa mira a garantire che i professionisti ricevano un compenso adeguato in relazione al valore delle loro prestazioni professionali. La legge stabilisce regole specifiche per il rapporto contrattuale tra i professionisti e enti pubblici, banche e imprese private che hanno dimensioni o fatturati rilevanti. In questo articolo, esploreremo le principali disposizioni della legge sull’equo compenso e le tutele offerte ai professionisti.
Equo compenso e aggiornamento dei Parametri
La legge sull’equo compenso stabilisce che i compensi dei professionisti devono essere determinati sulla base dei Parametri stabiliti con il Decreto Ministeriale del 17 giugno 2016. Tuttavia, è necessario l’aggiornamento di tali parametri, poiché il nuovo Codice Appalti ha ridotto i livelli di progettazione da tre a due. Pertanto, è urgente procedere all’aggiornamento dei parametri, il quale deve essere completato entro il 1° luglio 2023, quando entreranno in vigore le nuove norme del Codice Appalti.
Regole per l’applicazione dell’equo compenso
Le regole sull’equo compenso si applicano alle prestazioni rese verso la Pubblica Amministrazione, le imprese bancarie e assicurative con specifiche dimensioni o fatturato elevato. A partire dal 20 maggio, sono considerate nulle le clausole che violano i principi dell’equo compenso. Ad esempio, sono vietate le pattuizioni che prevedono un compenso sproporzionato rispetto all’opera o al servizio reso, che vietano al professionista di richiedere acconti o che impongono all’professionista l’anticipazione di spese. Inoltre, sono vietate anche le clausole che permettono al cliente di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali o di richiedere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito.
Tutele e sanzioni per i professionisti
La legge sull’equo compenso offre diverse tutele per i professionisti. Essi possono impugnare davanti al Tribunale competente le convenzioni, i contratti, gli esiti delle gare o gli affidamenti che prevedono un compenso non equo. In caso di accertata violazione delle disposizioni sull’equo compenso, i professionisti possono intraprendere un’azione di classe individualmente o attraverso il Consiglio nazionale dell’Ordine o le associazioni maggiormente rappresentative. È importante sottolineare che anche i professionisti che accettano un compenso non equo possono essere sanzionati dagli Ordini o Collegi professionali di appartenenza.
Sanzioni per i professionisti
I professionisti che accettano un incarico contenente un compenso non equo possono essere soggetti a sanzioni disciplinari. Gli Ordini o Collegi professionali hanno la facoltà di adottare disposizioni deontologiche per sanzionare tali comportamenti. Pertanto, è fondamentale che i professionisti si attengano alle disposizioni dell’equo compenso per evitare sanzioni e tutelare i propri diritti.
Criteri per determinare l’equo compenso sono i seguenti:
a) Gli avvocati si basano su un decreto emesso dal Ministro della Giustizia in conformità all’articolo 13, comma 6, della legge n. 247/2012.
b) I professionisti iscritti agli ordini e collegi seguono i decreti ministeriali adottati in base all’articolo 9 del D.L. n. 1/2012, convertito nella legge n. 27/2012.
c) I professionisti non ordinistici si affidano a un decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, che verrà adottato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge e successivamente con cadenza biennale.
Osservatorio sull’equo compenso
La legge prevede anche l’istituzione di un Osservatorio sull’equo compenso presso il Ministero della Giustizia. Questo Osservatorio sarà responsabile di vigilare sull’applicazione e il rispetto delle regole stabilite dalla legge sull’equo compenso. L’obiettivo dell’Osservatorio è garantire che i professionisti siano adeguatamente tutelati e che i principi dell’equo compenso siano rispettati.
Semplificazioni procedimentali e parere di congruità
La legge sull’equo compenso introduce anche alcune semplificazioni procedimentali. Viene introdotta una presunzione semplice secondo cui gli accordi preparatori o definitivi si presumono unilateralmente predisposti dalle imprese stesse, salvo prova contraria. Questo semplifica l’onere probatorio per i professionisti. Inoltre, è consentita l’azione di classe per difendere i diritti individuali omogenei dei professionisti, che può essere proposta dal Consiglio nazionale dell’Ordine o dalle associazioni maggiormente rappresentative.
Prescrizione e parere di congruità
Il termine di prescrizione del diritto al compenso da parte del professionista inizia dal compimento della prestazione professionale. Nel caso di una pluralità di prestazioni rese a seguito di un unico incarico o contratto, la prescrizione decorre dal giorno del compimento dell’ultima prestazione. Per la rideterminazione del compenso secondo i parametri ministeriali, il Tribunale può richiedere al professionista di acquisire il parere di congruità del compenso o degli onorari dall’Ordine o Collegio professionale di appartenenza. Il parere di congruità emesso dall’Ordine o Collegio professionale costituisce un elemento di prova delle caratteristiche e del valore dell’attività svolta dal professionista.
Determinazione dell’equo compenso: criteri per professionisti e avvocati
La legge sull’equo compenso, entrata in vigore il 20 maggio 2023, rappresenta una significativa tutela per i professionisti. Le nuove regole mirano a garantire un compenso adeguato per le prestazioni professionali e a rafforzare la posizione dei professionisti nel rapporto contrattuale con enti pubblici, banche e imprese private. È fondamentale che i professionisti si conformino alle disposizioni dell’equo compenso per evitare sanzioni disciplinari e tutelare i propri diritti. L’istituzione dell’Osservatorio sull’equo compenso contribuirà a monitorare l’applicazione delle regole e ad assicurare un’adeguata tutela per i professionisti.
Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay