Florida: strage in una scuola

Florida, ennesima strage in un college: 17 morti e 14 feriti

 

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E’ la Florida il teatro dell’ennesima strage ad opera di giovani sbandati. Da quando è avvenuto il massacro della Columbine, diciannove anni fa, gli imitatori sono aumentati a dismisura e la catena di giovani vittime spezzate dalla follia è cresciuta. A differenza di Eric Harris e Dylan Klebold, il killer non si è tolto la vita, ma è stato fermato dalla polizia. Forse così si riuscirà a dare un senso ad un gesto folle che non ne ha alcuno.

Florida: strage al college

Nikolas Cruz, un diciannovenne ex studente della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, si è diretto ieri, verso le 14.30 locali presso il suo vecchio ateneo. Questo ragazzo da quella scuola era stato espulso per motivi disciplinari. In questo periodo non aveva mai nascosto il suo odio per il suo vecchio istituto ed era nota anche la sua passione per le armi.

Nikolas è entrato nella scuola, quando le lezioni stavano per terminare, imbracciando un fucile automatico, un AR 15, e con una ampia riserva di caricatori. Tre vittime le ha falciate appena fuori dall’edificio, gli altri 14 cadaveri e i feriti li ha collezionati nei corridoi e nelle aule. Per uccidere più facilmente ha fatto suonare l’allarme antincendio, spingendo gli studenti e gli insegnanti a uscire allo scoperto.  Ad un certo punto, pago per i morti lasciati per strada, si è allontanato, mischiandosi agli studenti evacuati e in fuga. Solo un’ora dopo Cruz è stato fermato e arrestato dalla polizia.

Polemiche in Usa

Quello che passerà alla storia come “il massacro di San Valentino” riapre il dibattito in America sull’accesso alle armi. Dalle prime indagini è emerso l’odio profondo di Cruz, riversato sui social media, per la Marjory Stoneman Douglas High School. Più di una persona a lui vicina, poi, ha testimoniato che il ragazzo non faceva mistero della sua passione per le armi. Il Presidente Donald Trump, contrario a qualunque riforma che renda più severo il controllo delle armi, si è limitato ieri notte a twittare la propria solidarietà. Questa volta, però, non basterà. Quello della Majory Stoneman è solo l’ultimo in ordine di tempo. Tutti ricordano le stragi di Virginia Tech (32 morti), l’eccidio al concerto di Las Vegas (59 morti) o quello di Sandy Hook (dove,tra le 26 vittime vi furono molti bambini). Senza una riforma adeguata, questi atti di follia non si fermeranno.

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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