La Giornata dedicata alla Memoria in Italia si celebra il 27 gennaio.
La Repubblica Italiana riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah; le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. Non da meno coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio; a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
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L’ONU e, quindi, anche la Repubblica Italiana hanno stabilito per il 27 gennaio la Giornata dedicata alla Memoria; facendola coincidere con quella in cui hanno abbattuto i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz.
Tutti gli italiani, in questo triste giorno, rivolgono il loro pensiero non solo alla tragedia dei sei milioni circa di ebrei sterminati; ma anche all’applicazione della ignominiose leggi razziali, ai numerosi prigionieri italiani militari e civili deportati nei campi di concentramento tedeschi. Qui, molti di loro sono morti. Molti cittadini italiani che con grande rischio della vita propria e dei propri famigliari (così riportavano le ordinanze tedesche) hanno aiutato, in ogni forma di solidarietà umana gli ebrei. Con essi, i militari americani ed inglesi fuggiti dai campi di concentramento. O sbandati, i numerosi soldati italiani lasciati al proprio destino, senza alcuna disposizione, che tentavano di raggiungere i paesi di origine o nascondersi dalle rappresaglie naziste.
Giornata dedicata alla Memoria. Dura realtà la guerra, ma ancor più feroce e dura è quella chiamata la shoah; in cui la follia e la ferocia dei nazisti hanno raggiunto vertici veramente indescrivibili.
La Shoah è chiamata anche olocausto. Significa, letteralmente, “distruzione, desolazione, tempesta devastante” spesso riporato anche nella Bibbia (Antico testamento, Libro di Isaia).
Olocausto ha un’etimologia greca, con significato di “bruciato interamente” e tradotto in inglese con il sostantivo holocaust, indicò definitivamente lo sterminio ebraico.
Il termine “Olocausto” s’inquadra nel periodo storico dal 30 Gennaio 1933.
Più esattamente quando Hitler salì al potere, fino all’ 8 Maggio 1945 (Il giorno della Vittoria), la fine della guerra in Europa.
Emarginati nei ghetti. Trattati come animali, oggetto di caccia spietata, deportati in condizioni disumane su lunghi convogli di “carri merci” sigillati; chiunquesi avvici per offrire un bicchiere, d’acqua è inesorabilmente falciato dalle raffiche di mitra dei tedeschi.
Un solo esempio: dal binario 21 della stazione centrale di Milano, trasformato oggi in memoriale della Shoah, partivano i convogli carichi di deportati ebrei diretti ai campi di sterminio nazisti.
Dal binario 21, il 30 gennaio 1944 circa 650 ebrei, tenuti in prigionia nel carcere di San Vittore, vennero condotti ai campi di Auschwitz – Birkenau, e solo 22 riuscirono a tornare vivi.
I tedeschi costruirono in molte nazioni i cosiddetti “campi di lavoro”, che erano solo campi di sterminio di quanti vi erano prigionieri ed accalcati uno sull’altro in veri e propri “loculi della morte”.
Per chi vuole approfondire le indescrivibili condizioni disumane dei campi di concentramento e sterminio, basterebbe leggere i numerosi libri (vedi Primo Levi “Se questo è un uomo”) in cui i diretti interessati hanno raccontato le indescrivibile condizioni in cui vivevano gli ebrei ed i numerosi altri uomini nei campi di sterminio tedeschi, dove la follia umana arrivò ad inventare i forni crematori, feroci esperimenti scientifici e tanto altro ancora che nessuna letteratura riuscirà mai a descrivere nell’esatta misura.
Giornata dedicata alla Memoria, domani 27 gennaio: “Enciclopedia dell’Olocausto“
Dal libro “Enciclopedia dell’Olocausto” riporto alcuni dati statistici che servono ad evidenziare l’enormità e la ferocia delle stragi perpetrate dalle SS tedesche:
Austria 50.000 — 27,0%
Italia 7.680 — 17,3%
Belgio 28.900 — 44.0%
Lettonia 71.500 — 78,1%
Boemia, Moravia 78.150 — 66,1%
Lituania 143.000 — 85,1%
Bulgaria 0 — 0.00%
Lussemburgo 1.950 — 55,7%
Danimarca 60 — 0.7%
Paesi Bassi 100.000 — 71,4%
Estonia 2.000 – 44,8%
Finlandia 7 — 0,3%
Polonia 3.000.000 — 90,9%
Francia 77.320 – 22,1%
Romania 287.000 — 47.1%
Germania 141.500 — 25,0%
Slovacchia 71.000 — 79,8%
Grecia 67.000 — 86,6%
Unione Sovietica 1.100.000 — 36,4%
Ungheria 569.000 — 69,0%
Yugoslavia 63.300 — 81,2%
Giornata dedicata alla Memoria. GENOCIDIO: ecco il termine forse più esatto!
“Soluzione Finale” (Endlösung) si riferisce al piano Tedesco di sterminare tutti gli ebrei d’Europa.
L’operazione è decisa alla Conferenza di Wannsee (Berlino, 20 Gennaio 1942) dove gli ufficiali tedeschi ne discussero la realizzazione.
Il 14 Novembre 1935 i nazisti diedero questa interpretazione di Ebreo:
Chiunque, con tre o due nonni ebrei, appartenesse alla Comunità Ebraica al 15 Settembre 1935, o vi si fosse iscritto successivamente; oppure chiunque fosse sposato con un Ebreo o un’Ebrea al 15 settembre 1935 o successivamente a questa data; ed ancora chi discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con un Ebreo al o dopo il 15 settembre 1935 Coloro che non venivano classificati come Ebrei ma che avevano una parte di sangue Ebreo venivano classificati come Mischlinge (ibridi) ed erano divisi in due gruppi:
– Mischlinge di primo grado — coloro che avevano due nonni Ebrei;
– Mischlinge di secondo grado – coloro che avevano un nonno Ebreo.
I Mischlinge venivano ufficialmente esclusi dal Partito Nazista e da tutte le sue organizzazioni (per esempio SA, SS, etc.).
Benché venissero arruolati nell’esercito tedesco, non potevano conseguire il grado di ufficiali.
Era inoltre proibito loro di far parte dell’amministrazione pubblica e svolgere determinate professioni (alcuni Mischlinge erano, in ogni caso, esonerati in determinate circostanze).
Giornata dedicata alla Memoria. Gli ufficiali nazisti presero in considerazione la possibilità di sterilizzare i Mischlinge, ma ciò non fu sempre attuato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Mischlinge di primo grado rinchiusi nei campi di concentramento, furono tradotti nei campi di sterminio.
Quando le truppe alleate ruppero i cancelli di Auschwitz, ai loro occhi si presentò uno spettacolo indescrivibile di tragedia umana: uomini ridotti a larve, veri e propri scheletri viventi che nulla avevano di umano
Nella lunga storia dell’umanità la Shoah rappresenta uno dei peggiori esempi di strage del genere umano.
Guai se ne tornasse un’altra: sarebbe la fine del genere umano, vorrebbe dire che l’uomo ha perso tutto, anche ogni valore di pace e di convivenza civile.
Alle nuove generazioni spetta il compito di perpetrare e rinnovare non solo ogni anno il ricordo della Shoah.
Ma anche la consegna del patrimonio di valori che ha alla base di tutto il rispetto dell’uomo, in ogni senso; sia esso morale, che etico e sociale: l’applicazione dei diritti dell’uomo, sanciti dalle leggi internazionali. In particolare dall’ONU e dalla nostra Costituzione della Repubblica Italiana, nata dalle ceneri di una guerra ingiusta; dai valori della Resistenza che ci troveranno sempre presenti (così come disse Pietro Calamandrei) e che ci hanno trasmesso i nostri padri.
Giornata dedicata alla Memoria, domani 27 gennaio.