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Assegnato il Nobel per la chimica ai tre inventori delle batterie al litio
Gli scienziati e inventori delle batterie al litio hanno ricevuto il premio Nobel per la chimica . I tre vincitori sono: John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino.
Il loro lavoro è iniziato negli ani 70. Il primo prototipo di batteria al litio è stato messo a punto da Whittingham. Goodenough è riuscito, attraverso varie modifiche, a renderla più potente. Yoshino nel 1985 ha creato il primo modello sufficientemente sicuro per essere lanciato sul mercato.
Il litio è il primo metalli della tavola periodica degli elementi, e il più leggero. Questo tipo di batteria, inoltre, è potente e ricaricabile a piacere (utilizzando una fonte di energia elettrica).
Queste batterie sono, dunque, importanti sia nella vita quotidiana che per il futuro dell’energia. “Esse hanno rivoluzionato la nostra vita e sono utilizzate per tutto, dai telefoni cellulari ai laptop, ai veicoli elettrici. Attraverso il loro lavoro, i vincitori hanno gettato le basi per una società senza fili e senza combustibili fossili” ricorda l’Accademia reale svedese delle scienze .
Batterie agli ioni di litio: come sono fatte
Le batterie agli ioni di litio possono avere diverse forme e dimensioni, ma al loro interno contengono celle composte da tre elementi principali: un polo negativo (o anodo) realizzato generalmente in carbonio; un polo positivo (o catodo) composto da un ossido metallico, e un elettrolita (la sostanza che conduce la corrente elettrica grazie agli ioni che si disciolgono al suo interno) composto da un sale di litio disciolto in un solvente organico.
Goodenough, Whittingham e Yoshino
Goodenough, nato in Germania, è professore di ingegneria meccanica e scienze dei materiali presso l’Università del Texas ad Austin. Ha 97 anni ed è il vincitore più anziano della storia dei Nobel.
Whittingham, inglese, 78 anni, fa ricerca alla State University of New York, sempre negli USA.
Yoshino, 71 anni, è affiliato invece alla Asahi Kasei Corporation di Tokyo e alla Meijo University di Nagoya, in Giappone.
Fonte Immagine: Wikipedia