I segreti della roulette: nascita, strategie e curiosità sulla ruota del casinò

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Quante volte, in un qualsiasi film dove c’è qualche scena ambientata in un casinò, le inquadrature indugiano sulla roulette? Non è certamente un caso: la roulette è da sempre uno dei più inconfondibili e riconoscibili simboli del casinò, apparsa nei più disparati contesti cinematografici e più in generale legati alla cultura popolare. Si tratta infatti di uno degli intrattenimenti più risalenti, la cui storia si perde nell’incertezza, e nel corso degli anni ha ispirato persino studi e strategie volti a carpirne i segreti, mantenendo inalterato il suo fascino legato alla profonda casualità che la contraddistingue. Alcuni profili risultano decisamente intriganti, aiutando a spiegare un successo che pare non conoscere flessioni.

Per esempio, quando è nata la roulette? È una domanda alla quale è complicato dare risposta certa. Si ritiene, da alcune testimonianze, che un gioco paragonabile alla roulette fosse già in uso presso gli antichi greci e romani: questi, utilizzando uno scudo o una ruota di carro al posto della ruota della roulette, avrebbero avuto già ben presente l’aspetto ludico del non saper prevedere dove l’oggetto tondo, fatto ruotare, si sarebbe arrestato. Anche in epoca medievale si trovano testimonianze di simili applicazioni legate all’idea di casualità del movimento di una ruota, citate per esempio da Geoffrey Chaucher o riconoscibili nella girella italiana. Come suggerisce il nome, tuttavia, la roulette è francese: è qui che, tra Seicento e Settecento, cominciano ad apparire i primi tavoli espressamente dedicati, un’evoluzione che da allora non ha più subito sostanziali variazioni e che, ancora oggi, è riflessa nella terminologia specifica del gioco.

Ma è possibile, in qualche modo, adottare una strategia che permetta di assicurarsi un vantaggio nella roulette? La risposta è più complessa di quanto appare. In linea teorica infatti le regole della roulette assicurano l’impossibilità di trovare alcun vantaggio di tipo strategico; nella pratica invece è stato dimostrato esattamente l’opposto. Edward Thorp, matematico celebre per gli studi sulle probabilità, già negli anni ’60 dimostrò che un’inclinazione del tavolo di appena 0.2° era sufficiente ad aumentare le possibilità che la pallina finisse la sua corsa in un settore della ruota piuttosto che un altro. Questo e altri approcci, tuttavia, si dimostravano veritieri solo per le inevitabili imperfezioni dei macchinari: in altre parole, le caratteristiche specifiche di ogni tavolo erano tali da creare schemi osservabili e, dunque, prevedibili. Ma cosa succede quando la roulette non è più basata su un macchinario? L’approdo online della roulette, inclusa dai più importanti operatori specializzati, è stato possibile grazie all’introduzione di algoritmi espressamente studiati per creare in digitale la casualità, e che vanno sotto il nome di RNG, acronimo per generatore casuale di numeri: eliminata qualsiasi imperfezione fisica, la roulette si dimostra intoccabile da qualsiasi approccio scientifico.

 

 

Come mai poi, rispetto a quella francese originale, molte roulette hanno due caselle verdi con uno zero e un doppio zero? Il motivo è legato alle probabilità, e alla regola per la quale un determinato numero fa vincere automaticamente il banco. Nel 1800 la roulette francese presentava una sola casella con il numero zero, ossia la casella che consegnava al banco le puntate: un imprenditore dell’epoca, François Blanc, osservò che in tal modo il vantaggio del banco era minimo e i giocatori erano più attirati da un gioco equo. Altre versioni del gioco, in particolar modo quella americana, hanno standardizzato la doppia casella che fa vincere il banco, mettendo sia lo zero che il doppio zero: in tal modo, le probabilità che il banco vinca sono migliori, aumentando lo sfavore per il giocatore.

Ci sono infine alcuni aneddoti, vere e proprie leggende, che sebbene siano da sfatare testimoniano il successo della roulette nel corso degli anni. Per esempio, si racconta che negli anni ’60 l’attore Sean Connery, uno degli interpreti di James Bond, avrebbe vinto alla roulette replicando una giocata fatta dal suo personaggio in uno dei suoi film. La giocata alla roulette di 007, però, è stata vista al cinema solo nel 1971: impossibile quindi che l’attore scozzese possa averla emulata dieci anni prima. Un’altra diffusa credenza vorrebbe invece che a inventare la roulette sia stato Blaise Pascal, celebre scienziato francese vissuto nel Seicento: in alcuni suoi scritti, infatti, lo studioso parla proprio di roulette. Tuttavia, con tale termine Pascal si riferiva a una particolare curva e non al gioco, che inoltre era già noto almeno nelle sue forme originali. Rimane comunque interessante notare come, in entrambe le vicende, alla roulette siano stati associati nomi di spicco.

 

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Autore dell'articolo: Cesare Di Simone

Passione sfrenata per tutto ciò che è tecnologico utente di lungo corso Android e sostenitore di tutto ciò che è open-source e collateralmente amante del mondo Linux. Amante della formula uno e appassionato dell'occulto. Sono appassionato di oroscopo mi piace andare a vedere cosa dicono le stelle quotidianamente.