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INPS: Le uscite nel 2017 saranno in totale pari a 411 miliardi, 761 milioni e 734.737 euro.
LA SPESA PREVIDENZIALE, INPS in difficolta’ : Solo una parte delle entrate dell’Inps proviene dai contributi versati da imprese e lavoratori, come ha scritto Truenumbers in questo articolo. Per compiere la propria missione l’Inps deve essere finanziata dallo Stato ogni anno con un centinaio di miliardi.
Del totale delle spese, poi, solo poco più di metà, 258,8 miliardi, sono destinate alle politiche previdenziali, come mostra il grafico sopra; 152,9 se ne vanno in spesa sociale e per le politiche attive del lavoro che non sono coperte da contributi. Prima di tutto: le entrate contributive di tutti i lavoratori italiani sono pari a 219,2 miliardi, le uscite previdenziali sono pari, come abbiamo detto, a 258,8: questo significa che la gestione della sola previdenza è in rosso di 39,6 miliardi, nel 2017, in base alle previsioni dell’Inps stessa.
Questo non vuol dire che le pensioni degli italiani sono a rischio, ma significa che non è del tutto vero la teoria in base alla quale il comparto previdenza è in equilibrio.
INPS: non i soldi dei contributi vanno a pagare le pensioni degli italiani.
Occorre tuttavia precisare che il grafico suddivide la spesa pensionistica, cioè quei 258,8 miliardi, in prestazioni destinate alle varie categorie di lavoratori, ma la spesa totale include anche spese che non riguardano sempre solo le pensioni Inps vere e proprie o la malattia ma anche le pensioni di reversibilità e le pensioni per i superstiti per ogni categoria di lavoratori (privati, pubblici, autonomi).
E queste spese, che non sono direttamente pensioni quindi non sono totalmente coperte da contributi, sono una parte importante per ogni capitolo di spesa. Rappresentano, per esempio, il 18,7%, pari a 21 miliardi e 784 milioni circa, su 116 miliardi e 494 miliardi di spesa complessiva di quanto erogato per le pensioni dei dipendenti del settore privato.
E rappresentano il 13,9% di tutto ciò che viene versato per i dipendenti pubblici. E’ da notare che nel caso dei dipendenti pubblici la spesa per la malattia, vale l’8,7% delle uscite mentre, per esempio, per i lavoratori autonomi, solo il 3,9%. Da notare, infine, che alle pensioni di reversibilità vanno circa 40,6 miliardi.
Pensioni minime INPS : PAGA LO STATO
Un’altra voce delle uscite cui non vi è un corrispettivo in termini di contributi versati, e che si può designare più come assistenza che come previdenza, è quella della spesa pensionistica a carico dello Stato: si tratta di più di 51 miliardi, 51.103.586.936,40 euro, per l’esattezza, il 19,7% del totale delle politiche previdenziali.
Sono le prestazioni agevolate, come gli anticipi pensionistici, o le pensioni derivanti da integrazioni dei contributi in situazioni particolari, come le pensioni minime per gli ex agricoltori, per esempio.SPESA SOCIALE E PER IL LAVORO: L’Inps si occupa anche della spesa sociale. Si tratta di 37,5 miliardi dei quali solo 8 vanno al sostegno della famiglia, e appena 2,3 quelli per il sostegno alla maternità e ai congedi parentali.
E ancora ci sono le uscite destinate alle politiche attive per il lavoro. I fondi destinati a questo scopo sono irrisori: 39,6 miliardi, come mostra il grafico sotto.
Di questi 15,1 vanno in incentivi all’occupazione ovvero la decontribuzione per le assunzioni decise dal governo Renzi, e che però non sono stati prorogati perciò questa voce andrà man mano ad esaurirsi.CASSA INTEGRAZIONE: Inoltre nel calderone delle uscite ci sono anche 7 miliardi che l’Inps impiega per pagare ai lavoratori il Tfr quando l’azienda, che magari è fallita e non può farlo.
Poi ci sono 2,4 miliardi destinati a finanziare la cassa integrazione ordinaria (Cigo) e straordinaria (Cigs), ma solo 716 milioni per il reinserimento e la ricollocazione. Insomma, si conferma una spesa sociale squilibrata, in cui a essere privilegiata è la previdenza, e non l’assistenza utile e produttiva, quella rivolta alle generazioni più giovani tramite interventi per il reinserimento o i sussidi di disoccupazione, o alla famiglia, con i contributi per la maternità.