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Ci eravamo stupiti quando nei computer è arrivato il riconoscimento vocale. Da ora, invece, saranno in grado di riconoscere anche le emozioni nella voce. Il primo sistema in grado di farlo è stato presentato dalla Scuola Superiore di Economia russa (HSE) alla “Neuroinformatics 2017”.
Già da tempo le macchine “ascoltano” le parole convertendole poi in un testo. La parte emotiva, però, indispensabile per comprendere in pieno il significato di una frase, viene trascurata. Le persone infatti reagiscono in modo diverso alla stessa domanda. Ad esempio, se viene chiesto loro “è tutto ok?” possono rispondere con intonazioni di voce differenti e dare cosi’ un significato diverso alla domanda: allegro, tranquillo oppure provocatorio. Un computer invece non lo fa, non ancora almeno.
Un computer in grado di cogliere gli stati d’animo nella voce
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I ricercatori della Scuola Superiore di Economia russa, dopo lunghi studi, hanno finalmente messo a punto una rete di processori (comunemente chiamata “rete neurale”) capaci di apprendere e collegati tra loro. Quindi l’hanno addestrata a riconoscere nella voce otto emozioni diverse, distinguendo fra espressioni arrabbiate, calme e neutre, felici o tristi, disgustate, sorprese o spaventate. Lo straordinario sistema è riuscito a cogliere, in almeno il 70% dei casi, la sfumatura giusta dell’emozione provata: un modo molto più efficiente, rispetto ad altri algoritmi. Ad essere riconosciuti con più esattezza sono stati i toni tranquilli e neutri, mentre la sorpresa è stata spesso equivocata con il disgusto e la felicita’ percepita come tristezza e paura. Un giorno, dunque, le persone potranno interagire anche emotivamente con i computer.
I software non potranno mai competere con l’uomo
Ma siamo certi che una macchina possa comprendere in pieno il nostro il linguaggio? Potrà interpretarlo con la stessa capacità istintiva di un individuo? Pur essendosi evoluti nel tempo, i software che tentano di analizzare il tono di una voce non potranno mai competere con l’uomo, l’unico in grado di coglierne le innumerevoli sfumature. Anche il miglior algoritmo, davanti a una frase ironica, non riuscendo a cogliere il contesto la valuterà in senso letterale: i computer, in tal senso, potranno mai essere efficaci quanto lo è un essere umano?