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Isolato il Coronavirus: è una delle notizie positive dopo giorni di preoccupazione. La notizia è giunta nelle ore scorse dall’Ospedale Spallanzani di Roma. Si tratta di un’operazione di fondamentale importanza che è stata portata a termine grazie alla bravura professionale di tre ricercatrici dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive.
Isolato il Coronavirus: le parole del Ministro Speranza
Il Ministro della Sanità, Roberto Speranza, sin da subito ha dichiarato di voler mettere a disposizione di tutta la comunità internazionale la nuova “scoperta”. Il fatto che è stata isolata la sequenza di DNA del Coronavirus è un aspetto fondamentale per poter studiare e trovare nel più breve tempo possibile una cura alla nuova minaccia globale. Dunque, subito dopo esser venuto a conoscenza della novità in merito all’epidemia del Coronavirus, il Ministro, si è espresso con queste parole:
“Avere isolato il virus significa che avremo molte più opportunità di studiarlo, comprenderlo e testare meglio ciò che può essere dimostrato efficace per contenere la sua diffusione. Tutte le nostre conoscenze e le immagini del virus isolato saranno prontamente condivise con la comunità internazionale”.
Come trovare una cura
I dubbi sulla nuova epidemia del Coronovirus sono molteplici. Però con l’isolamento di quest’ultimo sarà possibile studiare e trovare una cura. Per fare ciò è necessario procedere per step. Dunque, il prossimo passo è quello di sequenziare il genoma da più gruppi. Ciò dovrà essere effettuato in diverse parti del mondo in modo tale da poter capire se il virus abbia subito mutazioni o meno. A tal proposito, è intervenuto Vincent Enouf, nonché vicedirettore del National Reference Center dell’Institut Pasteur. Ecco quanto affermato:
“Confrontando le sequenze genetiche che abbiamo per ora a disposizione, vediamo che sono tutte abbastanza simili. I virus analizzati non presentano differenze notevoli, il che significa che il nuovo coronavirus non è mutato per diffondersi”.
Il processo per isolare il virus è stato molto laborioso, soprattutto se confrontato a quello dei batteri. Infatti, per replicare – in questo caso il Coronavirus – è stato necessario avere a disposizione di una cellula viva, in modo da poterlo “ospitare” e farlo crescere. Dopo un lungo processo, il virus viene finalmente isolato. Gli esperti hanno spiegato che avere il virus in laboratorio implicata una diagnosi molto più veloce. Inoltre è possibile “perfezionare i metodi diagnostici esistenti e allestirne di nuovi”. Infine, una delle tre ricercatrici, Maria Capobianchi, nonché direttrice del laboratorio di virologia all’ospedale Spallanzani di Roma, ha affermato:
“Avere a disposizione il virus in laboratorio ci permette di effettuare test sierologici (studiare cioè le reazioni antigene-anticorpi, ndr) e valutare l’efficacia dei farmaci sperimentali”.
Fonte foto articolo: pixabay