Torino – La donna, licenziata qualche mese prima, si era recata negli uffici dell’Inps per chiedere chiarimenti sulla sua indennità di disoccupazione. A un certo punto, mentre si trovava in coda allo sportello, ha estratto due bottiglie di alcol dalla borsa e se le è versate addosso, quindi si è data fuoco con un accendino: la scena, raccapricciante, si è svolta davanti agli occhi attoniti degli impiegati e degli altri utenti, che l’hanno soccorsa con l’estintore e alcune coperte nel tentativo di spegnere le fiamme. Uno dei dipendenti, nel tentativo di aiutarla, ha riportato ustioni alla mano.
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Licenziata pochi mesi prima, aspettava il sussidio di disoccupazione
La 46enne, licenziata pochi mesi prima da una società multiservizi, era in attesa dell‘assegno di disoccupazione. “Non ce la faccio più, sono esasperata”, ha urlato prima di versarsi addosso l’alcol e darsi fuoco, procurandosi ustioni nel 70% del corpo, soprattutto su gambe, braccia e torace. “Lo ha fatto qui, davanti alle persone in attesa del loro turno agli sportelli – raccontano i dipendenti ancora sotto choc – aveva il viso avvolto dalle fiamme, è stato terribile”. Nonostante il soccorso sia stato immediato, le sue condizioni sono gravi: prima di essere trasferita al centro grandi ustionati del Cto, è stata intubata. Appena i medici la dichiareranno fuori pericolo, dovrà raccontare la sua storia nei dettagli; una storia che, a giudicare dai numerosi casi di suicido degli ultimi tempi, lascia spazio a un’amara riflessione.
Il fratello della donna: “Un marocchino coraggioso ha salvato mia sorella”
Il fratello di Concetta, questo il nome della donna che si è data fuoco ieri mattina, ha raccontato. “Era sempre più agitata, non riusciva ad accettare il fatto di aver perso il lavoro così, da un momento all’altro”. Poi ha voluto ringraziare i soccorritori, in particolare un ragazzo magrebino: “Molti si sono fatti prendere dalla confusione e dal panico, lui invece ha mantenuto il controllo della situazione. Non appena il fuoco è divampato ha preso un estintore, l’ha attivato e agito: mia sorella poteva morire, se è ancora viva lo dobbiamo al suo tempestivo intervento. Credo sia un musulmano, un marocchino – ha concluso – un uomo di grande coraggio”.