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Mamma@work al via il prestito della banca Intesa Sanpaolo alle mamme lavoratrici
Mamma@work: sarà attivo da domani 24 luglio il prestito che la banca Intesa Sanpaolo dedica alle mamme lavoratrici.
In tema di agevolazioni un argomento molto dibattuto in questo periodo è quello relativo alle mamme impegnate in attività lavorativa. Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti passi in avanti, la categoria delle donne che uniscono l’attività lavorativa a quella familiare è ancora ritenuta svantaggiata. Infatti una ricerca Ipsos riporta:
- che il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattivo;
- ed anche che la percentuale sale all’aumentare del numero di figli, arrivando fino al 52,5% per le donne con 3 o più figli.
Inoltre, i dati pubblicati dall’Ispettorato del Lavoro indicano che sono oltre 37.000 neo-mamme licenziate nel corso del 2019 (+4,5% sul 2018); tra le motivazioni più ricorrenti la difficoltà di “conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole“. La situazione è particolarmente complicata quando non si hanno nonni e altri parenti a supporto, o risulta troppo elevato il costo per l’asilo nido o la baby sitter. Dunque arriva Mamma@work, il prestito di Intesa Sanpaolo dedicato alle mamme.
Mamma@work by Intesa: Criteri di accesso e mantenimento – Tassi
Intesa Sanpaolo ha annunciato il lancio di “Mamma@work“; si tratta, dunque di un prestito a condizioni agevolate che consente alle madri lavoratrici di avere risorse per conciliare vita familiare e lavorativa, nei primi anni di vita dei figli.
Intesa Sanpaolo fa sapere che il prestito Mamma@work sarà a disposizione delle mamme, da domani 24 luglio, che:
- svolgono un’attività lavorativa da almeno 6 mesi con contratto (tempo determinato, indeterminato) se dipendente o partita IVA se autonoma;
- risiedono in Italia;
- hanno un figlio in età non superiore ai 36 mesi al momento della richiesta ed inoltre che al termine del periodo di sostegno non abbia superato i 6 anni di età.
Criteri di mantenimento ed estinzione:
- dimostrazione del mantenimento dell’attività lavorativa;
- mentre in caso di perdita del posto di lavoro, se viene dichiarata la volontà di non voler cercarne più uno nuovo, la linea di credito viene estinta entro 30 giorni.
Tassi di riferimento:
- per fase APC: 1% fisso;
- mentre per il Prestito: 3% fisso.
Con Mamma@work paghi le rette e la baby sitter
La nota di Intesa Sanpaolo informa che, con il prestito Mamma@work, le mamme possono usare le somme ricevute liberamente; quindi, ad esempio, è possibile pagare le rette dell’asilo nido ed anche la babysitter. L’erogazione del prestito avviene semestralmente, fino a 30.000 euro, ed ancora sino al compimento dei 6 anni del bambino. Lo si può richiedere senza fornire alcuna garanzia; dunque ci si presenta in banca portando con se la documentazione di una qualunque attività lavorativa in corso. Il rimborso può avvenire in un periodo fino a 20 anni.
Perdita del lavoro
In caso di perdita di occupazione, per qualsiasi causa, la linea di credito continua a essere erogata per 6 mesi, se la madre autocertifica la volontà di cercarne una nuova.
Il semestre successivo
Nel caso di mancato rispettato dei requisiti di mantenimento, ma esprimendo la volontà di cercare un nuovo posto di lavoro, vengono sospese le erogazioni ma viene lasciata in vita la linea di credito fino a scadenza.
Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo, sulle mamme lavoratrici ed il prestito Mamma@work
“Oltre 37 mila madri lavoratrici si sono dimesse nel corso del 2019 indicando tra le motivazioni la difficoltà di conciliare il lavoro con le esigenze di cura dei figli. Questa tendenza è costantemente in crescita e peggiora ulteriormente il record negativo dell’Italia nell’occupazione femminile e di conseguenza sul PIL. Facilitare l’accesso al credito di questa categoria di cittadine significa innescare uno dei passaggi necessari per la modernizzazione del Paese, un impegno che in Intesa Sanpaolo sentiamo fortissimo. Per una giovane madre continuare a lavorare vuol dire contribuire al reddito famigliare, rendersi autonoma, coltivare le proprie giuste ambizioni. Come per gli studenti universitari, puntiamo su chi, nella società, ha più potenziale e lo facciamo con strumenti di assoluta avanguardia in termini di sostenibilità”.
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