Condividi su:
In perfetto stile da “Un giorno di ordinaria di follia”, il ventottenne andriese Giovanni Di Vito viene ucciso per una mancata precedenza. Una discussione accesa che degenera in un accoltellamento sotto gli occhi attoniti di moglie e figlio.
Ucciso per mancata precedenza
E’ una caldissima serata d’estate settembrina ad Andria, elegante provincia della BAT e cuore della “Puglia Imperiale”. Giovanni Di Vito, di Trani, si trova a percorrere con la sua Chevrolet la rotatoria di via Puccini, ma non concede la precedenza ad una Mercedes. Si accende un diverbio che si fa sempre più incalzante, la rabbia si taglia col coltello e proprio di coltello il Di Vito viene colpito a morte. In macchina la moglie ed il figlio di 5 anni assistono impotenti e impietriti all’agghiacciante escalation di violenza, mentre l’aggressore, Celestino Troia, fugge via. In tarda serata la notizia del suo arresto, grazie alle telecamere presenti sul posto.
Gli sviluppi della vicenda, la versione dell’aggressore
Il cinquantenne andriese autore dell’omicidio ha riferito agli inquirenti una capovolta versione dei fatti. Stando a quanto dichiarato dal Troia, avrebbe preso il coltellino all’interno della sua auto per difendersi dalle aggressioni di Di Vito che, con un gesto maldestro si è procurato autonomamente quell’unica ferita mortale. I soccorritori hanno potuto fare ben poco davanti ad un fendente di 6 cm che aveva lesionato la parte superiore del cuore. Continuano le indagini della polizia per stabilire l’esatto svolgimento degli accaduti.
Il cordoglio di Andria
Le parole del Commissario Prefettizio:
“La comunità ha l’obbligo di riflettere su quanto avvenuto e che tuttavia non autorizza alcuno a descrivere Andria come una città violenta, forzando così una realtà ben diversa per quanto problematica. Esprimo il cordoglio personale e della comunità per quanto accaduto. La città è laboriosa, pacifica, sicuramente in una condizione difficile, ma non violenta” dichiara il Commissario Straordinario Dott. Gaetano Tufariello.
Uccidere per mancata precedenza: follia o fragilità?
Il film di Joel Schumacher del 1993 citato in apertura narra la storia di Bill Foster, un uomo che la vita frenetica ed in continua evoluzione hanno reso sempre più fragile e sempre meno adatto a ricoprire i ruoli richiesti. Fallisce come marito, fallisce come padre, fallisce nella carriera. Una mattina in una Los Angeles infuocata, ritrovandosi bloccato nel traffico, Bill abbandona la sua auto ed inizia una personalissima discesa agli inferi che lo porterà a scontrarsi con tutte le ingiustizie presenti sul suo cammino e con tutte le colpe passate della sua anima. Ma davvero si può arrivare al punto di accoltellare a morte una persona per una mancata precedenza? La risposta è si, se pensiamo alle continue sollecitazioni, agli sforzi che facciamo ogni giorno per posizionarci tra le prime file di questa società che pare essersi trasformata in un perpetuo palcoscenico da reality show, con tanto di giudici pronti a farci fuori.