Carlo Ancelotti ct dell‘Italia. Nel momento più difficile della storia della Nazionale, da più fonti si rincorre la voce che vedrebbero l’ex allenatore del Bayern Monaco come nuovo ct. Quel che è certo, è che dopo il disastro targato Gianpiero Ventura, c’è bisogno di una personalità forte in grado di fare scelte precise e di portare avanti un progetto tecnico preciso.
La duttilità tattica di Ancelotti
Uno dei pregi di Ancelotti è quello di essersi evoluto tatticamente nel corso della carriera. Da integralista del 4-4-2 (ricordiamo i suoi celeberrimi no a Baggio e Zola quando era a Parma), è diventato un allenatore in grado di adattare il suo stile di gioco ai giocatori che ha a disposizione. In una nazionale “mutilata” dalle scelte di Ventura tra il suicida 4-2-4 e il difensivista 3-5-2, questa dote è fondamentale.
L’Italia deve riuscire a sfruttare il potenziale che ha a disposizione, soprattutto Insigne e Verratti. Da questo punto di vista, il fatto che sia stato proprio l’ex tecnico del Psg a far esplodere l’ex Pescara è un’altra carta a suo favore. Con Ancelotti ct della nazionale, forse Verratti riuscirà finalmente a maturare e a migliorare il suo stile di gioco.
Serve un ct di personalità
La scelta di Ancelotti sarebbe l’ideale anche per il suo carisma. Mettere un simile allenatore alla guida della nazionale, responsabilizzerebbe non poco i giocatori. Non si assisterebbe più a scene come quella di De Rossi con la Svezia. Il nuovo ct avrebbe la forza e il curricullum per imporre le proprie idee e resistere anche alle critiche dei media che, vuoi o non vuoi, ci sono sempre.
Inoltre, la sua figura farebbe da aggregante anche all’interno della stessa Federazione, riuscendo a placare le varie anime e correnti. Certo, il fatto che Tavecchio rimanga presidente sarebbe una sconfitta per tutto il movimento, ma, se servise ad arrivare a Carlo, allora tanto varrebbe turarsi il naso e aspettare con calma la comunque inevitabile caduta del “Carlo sbagliato”.