La condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale rischia di saltare. Questo a causa di un difetto di notifica. Oseghale è al processo per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Il delitto avvenne nel 2018 a Macerata. I giudici avevano già condannato Innocent in primo grado. Tuttavia, come si legge da FanPage, i suoi legali hanno evidenziato un difetto di notifica. Questo difetto sarebbe stato presente già nei primi mesi di indagine. All’epoca, Innocent era in carcere a Montacuto (Ancona). Solamente il legale di Oseghale avrebbe ricevuto la notifica delle analisi effettuate sui resti di Pamela, ma non lo stesso imputato. Questo, nonostante quanto previsto, invece, dal codice di procedura penale. Il difetto venne fatto notare in sede di udienza preliminare già al suo tempo.
Pamela Mastropietro: l’ergastolo di Oseghale rischia di saltare
Il principio di diritto affermato dalla cassazione in data 27 febbraio 2020, stabilisce che le notifiche debbano essere depositate in carcere allo stesso indagato. Ad ogni modo, esiste anche la possibilità di recapito della corrispondenza direttamente presso lo studio legale del proprio avvocato. Lo staff di FanPage ha intervistato l’avvocato Marco Valerio. Questi ha detto cosa si rischia nel caso in cui il difetto di notifica venga riconosciuto nel processo Oseghale. Un difetto che potrebbe far saltare realmente la condanna all’ergastolo nei confronti del nigeriano.
Valerio: “Pamela non è di certo morta per freddo”
Nel caso gli accertamenti venissero annullati, l’avvocato Marco Valerio ha espresso il serio rischio di perdere alcuni esami medico legali e tossicologici sul corpo di Pamela. A quel punto, sarebbe più arduo dimostrare l’accoltellamento e l’overdose. “Ma Pamela, chiaramente – fa notare Valerio – non è morta di freddo”. Il delitto di Pamela Mastropietro risale al 30 gennaio 2018. All’epoca, la 19enne romana era ospite presso una comunità a Corridonia (Macerata). Il corpo della giovane fu fatto a pezzi e nascosto in due valigie ritrovate presso un fossato in località Pollenza.