Il caso della morte di Marco Pantani ha sempre tenuto banco nella cronaca italiana. Tanti i dubbi, i nodi da sciogliere e alcune circostanze poco chiare legate alla sua scomparsa.
Sul caso Pantani infatti, emergono nuovi retroscena dall’audizione davanti alla commissione Antimafia di Umberto Rapetto, ex generale di brigata della Guardia di finanza. Quest’ultimo ha ricostruito la morte del campione evidenziando alcuni punti oscuri della vicenda: “Qualcuno era con lui quando la morte è arrivata”.
Rapetto ha sottolineato anche la presenza di macchie di sangue. Queste, erano incompatibili con il contesto e con la posizione in cui si trovava il braccio al momento del ritrovamento del corpo.
“Non si può pensare che sia stato lui a strisciare il braccio prima di esalare l’ultimo respiro”, ha dichiarato Rapetto.
Inoltre, nella struttura in cui il campione alloggiava, c’erano dei sotterranei e un garage. Si ipotizza che il garage fosse utilizzato non solo per trascorrere le vacanze, ma magari per trascorrere qualche ora in intimità.
Pantani, le dichiarazioni dei consulenti
I consulenti della famiglia Pantani, il generale Rapetto e l’avvocato Cocco, si sono soffermati inoltre anche sui prelievi effettuati dal medico legale, il dottor Giuseppe Fortuni. Al riguardo è stato detto:
“Il dottore racconta che quando ha terminato le operazioni relative all’autopsia si è sentito seguito e anziché portare il cuore e i campioni nella struttura ospedaliera se li è portati a casa, in una cantina che aveva un frigo idoneo per la conservazione dei prelievi. Certo, nelle procedure di gestione tutto questo suona inconsueto”.
Si è poi così proseguito:
“Il dottor Fortuni escluse la morte per l’uso dei farmaci, che sarebbero solo una concausa, la concentrazione di antidepressivi era modesta. Un’altra perizia dice invece che ci sarebbe stata una overdose da psicofarmaci: delle due l’una”.
Intanto, la mamma di Marco, Tonina, continua a lottare per arrivare alla verità sulla morte del figlio Marco Pantani.
Fonte immagine: La Notizia