Marta Minujín partenone

Partenone formato da 100mila libri “proibiti”, per ricordare il rogo di Hitler

 

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L’artista Marta Minujín progetta un Partenone costruito con 100.000 libri proibiti in memoria del rogo del libri non ariani perpetrato dalle fila nazista il 19 maggio 1933. Sarà esposto alla “Documenta 14” di Kassel nel 2017

Un Partenone interamente costituito da libri “proibiti”Marta Minujín, artista concettuale argentina, riassume con queste semplici parole il progetto per la prossima mostra di Kassel, per il quale ha rivolto al pubblico il suo appello: abbiamo bisogno di 100.000 libri proibiti (oggi o in passato) – aiutateci con una donazione.

Il Partenone è stato costruito dall’antica civiltà greca sulla collina nel cuore di Atene, e da secoli rappresenta un simbolo di magnificenza, eleganza, cultura e democrazia. Perciò Minujín ha scelto proprio questo edificio da riprodurre con la propria installazione, e di edificarlo in Friedrichsplatz, il luogo (non l’unico, purtroppo) in cui il 19 maggio 1933 vennero dati alle fiamme migliaia di libri “non ariani” e dunque considerati proibiti dalle fila naziste.

Partenone simbolico : “La storia vi ha insegnato nulla, se pensate di poter uccidere le idee bruciando i libri”.

Tra i libri bruciati c’erano opere di autori come Erich Maria Remarque, e Helen Keller, i quali risposero al rogo con un monito ai colpevoli: “La storia vi ha insegnato nulla, se pensate di poter uccidere le idee bruciando i libri”.

Questo stesso spirito di rivalsa ispira Minujín, la quale aveva già tentato il progetto di un Partenone di libri (circa 20.000 volumi) nel 1983, come monumento alla caduta della dittatura argentina. Perché “la democrazia senza libri non è democrazia“, ha spiegato in un comunicato.

L’istallazione sarà in mostra per 100 giorni a partire dal 10 giugno 2017 come parte di Documenta 14, l’evento artistico che si svolgerà contemporaneamente nelle due città di Atene e Kassel.

In fondo, però, il Partenone 2.0 è innanzitutto questo: un altare per celebrare il culto della dea Democrazia. Ed è anche un atto d’accusa. In un’età segnata da una pericolosa «dimenticanza», suggerisce l’esigenza di riaffermare con passione l’importanza e la perenne attualità di una civiltà come quella greca da cui tutti proveniamo, che alcuni capi di governo vorrebbero escludere dalle cartografie del potere europeo, perché non rispettosa di asettici e disumani parametri finanziari. Perciò occorre «learning from Athens».

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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