ROMA – Per Speranza ci aspettano mesi difficili. Ecco cosa ha detto il ministro della Salute a ‘Frontiere-Festival di Salute’:
“Il virus ancora circola ancora e abbiamo di fronte a noi mesi non facili. Io sono convinto che troveremo le soluzioni adeguate e che la scienza ci farà vincere questa battaglia. Ma ancora c’è una situazione che va gestita con la massima attenzione. Ci attendono dei mesi di resistenza”.
Per Speranza ci aspettano mesi difficili
Speranza, spiegando che il ministero è al lavoro per aumentare la capacita di fare tamponi, ha poi aggiunto:
“A scuola a decidere su tamponi e misure deve essere l’autorità sanitaria. Questa è la sfida più importante perchè chiudere le scuole è stata la scelta più difficile ma ora dobbiamo continuare sulla linea della prudenza. Siamo cresciuti, siamo stati i primi ad usare test antigenici, usati negli aeroporti, e stiamo immaginando di usarli anche fuori da aeroporti e scuola, può essere una risposta importante. Stiamo sperimentando anche test salivari. Obiettivo per qusti mesi di resistenza è rafforzare la nostra capacità di tracciare. No al panico e non improvvisiamo ma fidiamoci di medici e personale sanitario”.
Il ministro poi ha invitato a vaccinarsi contro l’influenza: ‘Dico a tutti di vaccinarsi perché quest’anno è ancora più importante ed ottobre è il mese giusto per iniziare. Alle regioni è arrivato il 70% in più di dosi rispetto allo scorso anno’.
“Basta tagli e si deve investire, ripensando il Ssn con la parola chiave ‘prossimità’. Dunque il primo luogo di cura deve essere la casa, con l’assistenza domiciliare. L’Italia aveva l’assistenza domiciliare al 4% contro la media Ocse al 6%: con i soldi del decreto rilancio siamo passati al 6,7%. Il mio obiettivo è rendere l’italia il primo paese Ue per assistenza domiciliare per over-65 e dobbiamo superare la media del 10%”. L’obiettivo, ha aggiunto Speranza, “è anche rafforzare la telemedicina e la sanità digitale. Per questo, ogni euro che si mette sul Ssn è benedetto; quindi benvenuti Mes e Recovery”.
E ancora:
“Ho detto che ci vorranno sei mesi per vedere la luce ma questo non vuol dire azzerare il virus: all’inizio ci saranno poche dosi di vaccino e la scelta per l’Italia è che i primi ad essere vaccinati saranno medici e operatori sanitari e poi i fragili e gli anziani. Ci sono due partite: il vaccino e le cure, e anche per queste l’Italia è dentro la sfida. Al Toscana Life Science si sta lavorando a promettenti anticorpi monoclonali ma saranno necessarie tutte le verifiche. Sui farmaci e vaccini saremo rigorosissimi. Le armi in campo cominciano ad essere tante e voglio dare un messaggio di ottimismo perchè ancora è dura, e ci attendono mesi di resistenza, ma alla fine la battaglia la vinceremo”.