Riccardo Maffoni: torna in scena con la sua “Faccia”

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Disco popolare, di canzone leggera che si macchia di quel rock on the road che alla fine non smetterà mai di piacere e di accompagnare. L’aria pulita che si graffia appena di un freddo metallico è nel DNA della canzone di Riccardo Maffoni al quale assoceremo per tanto tempo ancora la figura di Springsteen, visto anche il suo ampio impegno in omaggi di grandissimo impatto al Bos. Ma non solo ovviamente. Maffoni prima di tutto è il cantautore che oggi pubblica il suo nuovo lavoro di inediti in studio, esperienza e prova d’artista che non faceva da circa 10 anni. Si intitola “Faccia” e la poetica è chiara e vincente: come un cubismo, come angolazioni, come punti di osservazione. Se stesso nelle canzoni (di cui anche uno strumentale dal titolo “Scala D”), mettersi a nudo per riconoscersi un po’. In rete anche il video ufficiale del singolo title track del disco. Buon ascolto a tutti:

Tornare in scena dopo circa 10 anni. Cosa ti ha spinto a farlo e perché tutto questo tempo in silenzio?
A dire il vero non sono stato proprio in silenzio. In questo periodo ho trascorso molto tempo a suonare dal vivo, Italia, ma anche bellissime esperienze all’estero, Stati Uniti e Svezia. Nel 2011 ho pubblicato anche un EP di cover in inglese, ho collaborato con altri artisti e ho comunque continuato a scrivere canzoni. Sicuramente è stato un periodo di silenzio discografico. Oggi fare un disco è qualcosa di molto diverso rispetto al passato. Dal punto di vista pratico è sicuramente qualcosa di più accessibile, anche per una giovane band. Non c’è più bisogno di avere un contratto con una casa discografica, e quindi grande investimento di denaro, e anche per questo il mercato è saturo. Ogni giorno escono nuovi singoli, nuovi album, nuovi artisti. Basta un computer, una scheda audio e il gioco è fatto. Personalmente credo che il disco, l’album,  sia  qualcosa di importante e vada preso con molta serietà. E’ l’espressione dell’artista, quello che pensa, quello in cui crede, la sua vita. In un’epoca dove tutto è social e tutti si sentono in diritto di dire la proprio su qualsiasi cosa, io credo ancora che un artista debba esprimersi soprattutto con la propria arte. 10 anni son tanti, ma forse era solamente il tempo necessario per fare chiarezza nella mia vita, e nel mio lavoro. Entrare in studio è stata una cosa molto naturale, come cantare, o scrivere canzoni, come camminare. Sicuramente era una cosa che mi mancava molto e sono veramente contento e soddisfatto del lavoro svolto.

Springsteen sicuramente. Ma a chi altri devi qualcosa?
Ho ascoltato sempre molta musica, sin da quando ero bambino. La prima voce rock che ho cominciato ad amare è stata quella di Joe Cocker. Avevo una cassettina di mio papà e passavo il pomeriggio ad ascoltarla nella mia cameretta, il pomeriggio, dopo scuola. Poi tanti altri, Battisti, De Gregori, Rino Gaetano, Vasco Rossi, i Rolling Stones, Bob Dylan, Neil Young, il blues di Muddy Waters, Jimi Hendrix, Eric Clapton e molti altri. Ho sempre cercato di allargare i miei orizzonti, dai Beatles a Bach, da Mozart agli Zeppelin. La musica è una fonte inesauribile di energia e bellezza, ed imparare ad apprezzarla tutta è una delle cose migliori che si possa fare. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da imparare!

Il video ufficiale della title track: come mai questa scelta?
Il video diretto da Susanna Guerrini con direttore alla fotografia Carmelo Puglisi è una viaggio. È guardarsi allo specchio, guardarsi dentro e al proprio passato, è la voglia di andare avanti nonostante tutto. Questa è l’essenza della canzone, e volevo fosse rappresentata in questo video. E’ l’essenza dell’album. Mettere tutto quello che hai, quello che sei, in quello che fai. Un lungo cammino, senza fine. Per questo è ambientato in una strada di campagna, per mantenere questo senso del movimento, lento, costante, ma anche veloce, come una corsa, una rincorsa, verso qualcosa, o come nel caso del video, verso qualcuno. Non è solo metterci la Faccia, è metterci molto altro.

Che poi la vera “Faccia” di Riccardo Maffoni qual è? Quella rock o quella cantautorale?
Spesso mi definisco cantautore rock, appunto per sottolineare questa mia passione. Fondamentalmente il cantautore è un autore che scrive e canta le proprio canzoni, ma oggi è quasi diventato un genere. Io penso invece che il fatto di essere un cantautore non precluda nessun genere. La musica è libertà, e quando scrivo non penso mai al genere di musica che faccio. Scrivo, lascio uscire la musica che ho dentro. Il momento della scrittura, ecco, credo sia il momento più vero e sincero di questo lavoro, è istinto, è creazione e quella sensazione che si prova dopo aver scritto una canzone è qualcosa di incredibile, speciale.

Un prossimo video in cantiere?
Al momento ci sono molte idee in cantiere, ma niente ancora di definito. Vedremo…!

 

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Autore dell'articolo: Marco Vittoria