Riviera Napalm

Riviera Napalm di J. Sensolini & L. Mazza. Recensione a libro chiuso.

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Siamo abituati ad acquistare qualunque cosa, persino un libro, dopo un’attenta revisione delle recensioni in giro per l’internet, ma cosa faremmo se fossimo costretti all’acquisto in, che ne so, una riviera devastata dall’apocalisse, senza connessione ne siti di recensioni letterarie?
L’unica cosa è fidarsi e acquistare a libro chiuso, sulla fiducia. Questo è lo spirito delle “Recensioni a libro chiuso”.
Dopo questa breve, ma doverosa, premessa, iniziamo:
Ecco la Recensione a libro chiuso di Riviera Napalm, scritto da Jack Sensolini e Luca Mazza. Edito da Lethal Books.

L’incontro col libro

La mia prima volta con Riviera Napalm fu a Stranimondi 2018. UESM, Università Europea degli Sport della Mente. Milano.
Giro tra gli stand quando la noto subito, la copertina. Risalta come una manata di vernice fucsia su un muro verde. I colori sono cacofonici se messi a confronto con l’armonia delle tonalità e delle forme dei libri affianco.
Prendo il volume e ne analizzo la forma. Di sicuro la sensazione al tatto è buona, ma non so se sono ancora stordito dal miscuglio di colori. La plastificazione opaca della copertina fa scivolare bene le mie dita sull’immagine che la riempie: sembra di vedere la locandina di Apocalypse Now dopo una serata in riviera finita male e forse, sento dentro di me, non mi sono allontanato tanto dalla realtà. Così assorto nella mia analisi della copertina, non mi rendo conto che due tizi mi si sono avvicinati.

Gli autori della Riviera stra-fatti di Napalm

La maglietta attillata mostra strafottente il logo metallica abusato e trasmutato in Ignoranza Eroica. I due, uno mostra un fisico palestrato e ha la faccia di chi ti vuole vendere qualche “scheda”, l’altro da dietro gli occhiali scuri sembrerebbe anche lui volerti vendere qualcosa, ma di quella roba tagliata male che spacciano nelle stazioni più infime.
Tagliata al mutagene, come direbbero loro.
I due sono gli autori, rispettivamente in ordine di apparizione, Luca Mazza e Jack Sensolini.
Avevo già letto i loro racconti contenuti nell‘aNtologia di N di Menare. Fanno parte di quella sorta di movimento anti-mainstream che è Ignoranza Eroica. Se non conoscete, cercate. Fidatevi.
Li avevo conosciuti personalmente la sera prima, in un malaugurato caso di “overbooking” in un malaugurante ristorante cinese dall’infimo menù. Cena a base di pizza, polpette e quattro formaggi. Stomaci buttati al fronte e dimenticati negli ossari.

La Koopertina di Riviera Napalm

Se non fosse per l’aver già letto qualcosa di loro, la scelta di comprare o meno il libro sarebbe stata difficile, così senza nemmeno leggere le tre pagine canoniche. L’illustrazione di copertina, come già detto, lascia disorientati e sicuramente intimorisce i lettori più esigenti (o menosi) e seriosi (o menosi). Un pedalò che ricorda un mezzo da sbarco dei marines in Vietnam arenato sulla spiaggia, rattoppato, borchiato. Occhi e fauci minacciose dipinti sulla prua come nei Thunderbolt americani. Una calibro 50 montata a bordo è puntata verso il mare. Bagno 23 Da Tonino ammonisce una scritta pittata sulla fiancata del mezzo. Sullo sfondo le sagome di elicotteri neri contrastano con i colori del tramonto della riviera. Dalla sabbia spuntano cadaveri, ossa, secchielli, ombrelloni, tentacoli, spazzatura e un sacchetto della Koop.
Andata! Non sono né esigente né serioso e certe cose non mi intimoriscono: ho letto tutto Metro 2033, io.
Pago, dedica e via. Mi serve un posto per leggere e qui alla UESM c’è giardino in abbondanza. Nel mentre termino l’analisi della copertina: mi manca la quarta.
L’immagine sul fronte viene continuata qui, dove un canadair con la scritta NAPALM sulla fiancata, vomita il gel incendiario sull’Adriatico. Un cartello traforato da colpi di proiettili avverte del “Divieto di balneazione. Pericolo mutanti”, affiancato dal più stereotipato bidone colmo di melma verde completo di adesivo “radioattivo”. Rassicuranti braccia mutanti spuntano dalla sabbia.
“Dove di liscio c’è solo il tuo teschio” è la frase che ti prepara alla lettura.
“Mad Max. incontra Baywatch e Fantozzi in un’Emilia-Romagna radioattiva” è la mini recensione di Spugna, che poi scopro essere l’autore della copertina.

Le prime tre pagine: post-apocalittico tamarro

È arrivato il momento di capire se Riviera Napalm si debba aggiungere nel lungo elenco di acquisti sbagliati. Mi sono fermato a prendere una birra prima, Strong, 8° a stomaco vuoto. Mi sento di essermi avvicinato al tema del romanzo. Parto.
A leggere, poi a bere. Tre pagine, tre sorsi.
Il Cinno è il protagonista di queste pagine. Classico tamarro da riviera, abita in una delle ultime case popolari di una Bologna devastata. Modulo abitativo TBlu P22, “cento e rotti metri a picchio sulla voragine urbana”. L’appartamento l’ha ereditato dal padre che a sua volta l’ha ricevuto dal sindaco Cremonini prima che tutto finisse all’inferno. E lui, Il Cinno, difende la sua eredità con “un lanciafiamme nello spioncino e la cattiveria nelle arterie”.
Quando è morto il padre, non se l’è sentita di venderlo alla Koop.
“Nessuna traccia di mutagene nel cadavere. Me l’avrebbero pagato a peso d’oro”.
I due autori, in un linguaggio ignorante da riviera, dipingono qualcosa di tragico. Una Bologna devastata. Grattacieli sventrati su miseria umana. Fame, morte, stupri. Una moltitudine di senza tetto. Corporazioni che comprano cadaveri, cadaveri che tornano in vita.
In tutto questo, il nostro Cinno si muove con disinvoltura, come io mentre mi faccio l’ennesima, ma ultima, fetta biscotta con Nutella.
La terza pagina si conclude con il protagonista che fa colazione prima di andare al mare per schiarirsi le idee.
“Scarto la barra e tiro la spoletta, rumino l’insapore e sorseggio il rancido”.

Concludendo su Riviera Napalm

Eccoci arrivati al punto e alla conclusione di questo mio primo esperimento di “recensione a libro chiuso”.
In tre pagine, ho cercato di capire se l’acquisto di Riviera Napalm fosse una Potiomkin.
Ve lo dico chiaro e tondo. Questo libro è una bomba dal potenziale devastante.
La scrittura è ciò che lo caratterizza di più. Frasi brevi, dirette. Una punteggiatura scarna, intercalano immagini crude e battute esilaranti. Mi viene da paragonarlo a un The Road che non vuole smettere di fare serata.
Il personaggio è ancora confuso nelle prime pagine, ma queste sono servite per posizionarlo bene all’interno del contesto post-apocalittico.
Il prossimo passo? Leggere il libro e acciuffare gli autori per un’intervista. Cosa ne penso di Riviera Napalm, così su due piedi? Atomica. Irriverente. Immancabile. Sì.Sono convinto che la lettura potrebbe coinvolgere non solo gli appassionati del genere in grado di digerire di tutto, ma anche chi, non particolarmente attratto dal post-apocalittico, voglia leggere qualcosa di nuovo e diverso dal solito. Le risate sono assicurate.
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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24