Matteo Salvini fa chiudere i porti

Salvini non ha violato alcun trattato internazionale

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Ieri  Matteo Salvini ha annunciato la volontà di chiudere gli scali e non permettendo lo sbarco di 629 migranti.

Salvini ordina la chiusura dei porti

Dure polemiche da parte dell’opposizione che ha colto la palla al balzo per accusare il neo nato governo di xenofobia, razzismo e disumanità.

Ma il Ministro dell’Interno Salvini, in accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, non arretra dalle sue posizioni e, con più determinazione che mai, chiede   a Malta di aprire i suoi porti alla nave Aquarius.

I due ministri hanno inviato le navi ONG per soccorrere i migranti, come da accordi internazionali, ma non intendono far avvenire lo sbarco in un porto italiano, ribadendo che il nostro Paese non può farsi carico da solo dell’emergenza migranti.

Questa sera ci sarà un vertice a Palazzo Chigi con i ministri competenti sulla questione.

Leggi e diritto internazionale

Nonostante molti in queste ore accusino Matteo Salvini di non aver rispettato gli accordi internazionali, in realtà le cose stanno ben diversamente.

La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (approvata nel 1982 e ratificata dall’Italia nel 1994) stabilisce all’articolo 19 che il passaggio di una nave nelle acque territoriali di uno Stato è permesso «fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero».

Il comma 2 precisa che tra le attività che potrebbero portare a considerare il passaggio non inoffensivo c’è anche il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero.

Quindi lo stesso  diritto internazionale permette alle autorità italiane di impedire l’accesso della nave nelle acque territoriali.

Inoltre lo scorso febbraio è scaduta la missione Triton, sostituita dall’operazione Themis.

La novità principale di Themis è il venire meno della clausola che obbligava di fatto qualunque imbarcazione a portare in Italia i naufraghi soccorsi dalle navi ONG italiane.

Dunque la decisione di Salvini non viola alcun diritto o accordo internazionale in quanto i soccorsi sono stati inviati e si è chiesto aiuto a Malta, il porto più vicino e sicuro per lo sbarco.

L’Italia e la gestione dell’immigrazione

La chiusura dei porti italiani voluta da Salvini e Toninelli non è e non può certo essere una soluzione definitiva ma, piuttosto, un segnale forte e chiaro per dire alla UE che l’Italia non è più disposta ad essere lasciata sola a farsi carico di tutti gli sbarchi. Una richiesta estrema di collaborazione che si rivolge a tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, alcuni dei quali si sono sempre lavati le mani dei flussi migratori lasciando il nostro paese abbandonato a se stesso a gestire una situazione ormai divenuta ingestibile.

Lunghissimi i tempi per l’identificazione e, dunque, la distinzione tra “profughi” (che devono restare in Italia) e “non profughi”(che devono essere rimpatriati), la difficoltà a prendere accordi con i paesi di origine dei migranti per organizzare i rimpatri assistiti e la mancanza di fondi per organizzare i rimpatri, hanno contribuito a creare un intoppo che ha gettato la penisola nel caos peggiorando la crisi economica e il malcontento della popolazione.

Non solo: gli immigrati non profughi che non vengono rimpatriati diventano clandestini che per vivere, spesso, purtroppo, cadono in mano alla microcriminalità o ai caporali, venendo sfruttati come manodopera a costo 0.

Per questo Salvini asserisce con forza che l’Italia non piegherà più la testa e non permetterà né che prosegua questa tratta di schiavi né che le città si trasformino in campi profughi a cielo aperto.

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24