E’ stato siglato la pre-intesa per il rinnovo del contratto del comparto Sanità. Una buona notizia per tutti gli operatori del settore, dato che questo prevede un aumento medio delle retribuzioni medie di 85 euro al mese. La notizia è stata diffusa da Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni.
Si sblocca la sanità
Queste sono state le parole di Bonaccini sul rinnovo del contratto della Sanità: “Arriva il via libera ad un contratto che interessa 540.000 lavoratori, fra infermieri, operatori sanitari e amministrativi del Ssn. Un segnale importante dopo l’accordo raggiunto per il riparto del fondo sanitario che assicura comunque dal 1 gennaio 2019 l’incremento di un miliardo delle risorse destinate al servizio sanitario“. Si tratta senza dubbio di un importante passo in avanti. Questo è il terzo accordo sul rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione, fermo da quasi 10 anni. Il ministro per la Pubblica Amminitrazione, Marianna Madia ha twittato: “concluso un percorso a cui stiamo lavorando da quattro anni”.
I punti dell’accordo
Il nuovo contratto sulla Sanità prevede aumenti retributivi fino a 95 euro mensili e gli arretrati del 2016 e 2017. Inoltre a brevissimo “ripartirà la contrattazione per il trattamento accessorio”. Da questo punto di vista, come è stato spiegato, è stato realizzato “un reale e visibile aumento dei diritti con un avanzamento complessivo degli istituti dei rapporti di lavoro: permessi, congedi, ferie, malattie,ecc”.
Contrario al nuovo contratto è stato solo il sindacato autonomo del Nursind che lo ha rifiutato. Secondo Andrea Bottega, segretario del sindacato, quello proposto è un testo “irricevibile ed un mero contratto politico. La presenza del ministro Madia ne costituisce la prova lampante.” Il sindacato afferma che l’accelerata data alla trattativa, proprio sotto le elezioni è “ancora più stridente se paragonata ai nove anni di stallo contrattuale. Per questo motivo è stato promosso lo sciopero nazionale ed il sit-in a Roma degli infermieri.