In Siria, nel sobborgo di Rashideen a ovest di Aleppo, è esplosa un’autobomba che ha ucciso almeno sedici persone. Si tratta di civili che si trovavano a bordo dei pullman che li avrebbero portati nella vicina città siriana, sotto il controllo dello Stato. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio. Il numero potrebbe significativamente salire. A provocare l’esplosione è stato un attentatore che si è fatto esplodere nella stazione di rifornimento in cui si trovavano i mezzi, facendo esplodere i finestrini e buttando a terra numerosi corpi.
L’accordo Stato-ribelli
I bus avrebbero dovuto portare i civili nella città di Aleppo, in base ad un accordo raggiunto dallo Stato con i ribelli. L’accordo prevedeva il trasferimento di cinquemila sciiti verso la città controllata dal governo, in cambio della possibilità per i ribelli e per le loro famiglie di lasciare la zona nord di Damasco e raggiungere Idlib. Le evacuazione erano iniziate nella giornata di ieri, con la partenza di cinquemila sciiti partiti da Foa e Kafaraya e oltre duemila ribelli partiti da Madaya. I ribelli però avrebbero poi fermato i pullman a Rashideen con l’intento di raggiungere ulteriori accordi. Pare che volessero ottenere l’evacuazione prima del trasferimento dei civili.
Siria: il bilancio delle vittime è destinato a salire
Le vittime ufficialmente accertate al momento sono sedici. Tuttavia, le fonti locali già parlano di un numero maggiore di morti, addirittura tra i 50 e i 70. A questi si aggiungono almeno 130 feriti. L’osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH) parla di molti feriti tra gli sfollati. Pare che la liberazione dei ribelli prima di quella dei civili fosse stata rifiutata dallo Stato, nel timore che vi potesse essere un attacco alla città dopo l’allontanamento dei militari. La Siria è dunque ancora teatro di una tragedia.
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