Stop pesticidi: il problema sono le contaminazioni. Il report di Legambiente: “Il 34% dei campioni sono regolari ma contaminato”
Al convegno sull’Agricoltura libera da pesticidi, l’associazione ha presentato il dossier Stop pesticidi che ha evidenziato com solo 1,3% dei campioni è fuorilegge
Un report che somma i risultati di 9.939 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, di provenienza italiana ed estera.
Il problema dunque sta 34% dei campioni regolari contaminati da uno o più residui di fungicidi e insetticidi. Il record è di un campione di peperone con 25 residui.
Boscalid, Chlorpyrifos, Fludioxonil, Metalaxil, Imidacloprid, Captan, Cyprodinil: sono i pesticidi più diffusi negli alimenti campionati in Italia.
Stop pesticidi di Legambiente racconta che il 61% dei campioni analizzati risulti regolare e privo di residui di pesticidi: un risultato positivo, che da solo non basta
Si legge nella nota di Legambiente:
La quantità di residui derivanti dall’impiego dei prodotti fitosanitari in agricoltura resta elevata.
Il problema vero è il multiresiduo, che la legislazione europea non considera come non conforme se ogni singolo livello di residuo non supera il limite massimo consentito.
Il multiresiduo è più frequente del monoresiduo: è stato ritrovato nel 18% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 15% dei campioni con un solo residuo.
Come negli anni passati, la frutta è la categoria dove si concentra la percentuale maggiore di campioni regolari multiresiduo.
Ne è privo infatti solo il 36% dei campioni analizzati, mentre l’1,7% è irregolare e oltre il 60%, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più di un residuo chimico.
Il 64% delle pere, il61% dell’uva da tavola e il 57% delle pesche sono infatti campioni regolari con multiresiduo.
Le fragole, spiccano per un 54% di campioni regolari con multiresiduo e anche per un 3% di irregolarità.
Alcuni campioni di fragole, anche di provenienza italiana ad esempio, hanno fino a 9 residui contemporaneamente.
Per la verdura il quadro è contraddittorio. Da un lato, il 64% dei campioni risulta senza alcun residuo.
Dall’altro, si riscontrano significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti, come:
- l’8% di peperoni,
- il 5% degli ortaggi da fusto,
- oltre il 2% dei legumi, rispetto alla media degli irregolari per gli ortaggi (1,8%).
Stop pesticidi: quelli a presentare più irregolarità e residui sono quelli esteri. Sono irregolari infatti il 3,9% dei campioni esteri (o,5% quelli italiani)
Il residuo nei prodotti esteri è del 33% rispetto al 28% presente in quelli italiani.
Anche nei campioni di provenienza estera è la frutta la categoria in cui si osserva la percentuale più alta di residui: il 61% di tali campioni di frutta presenta almeno un residuo.
Tra gli ortaggi, il 51% dei pomodori e il 70% dei peperoni esteri contengono almeno un residuo.
Oltre alla percentuale più alta di multiresiduo, pomodori e peperoni presentano anche il maggior numero di irregolarità, rispettivamente il 7% e il 4% del totale analizzato.
Il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti si esprime così sul report Stop ai pesticidi:
Solo una modesta quantità del pesticida irrorato in campo raggiunge in genere l’organismo bersaglio.
Tutto il resto si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con conseguenze che dipendono anche dal modo e dai tempi con cui le molecole si degradano dopo l’applicazione.
Le conseguenze si esplicano nel rischio di inquinamento delle falde acquifere e nel possibile impoverimento di biodiversità vegetale e animale.
Effetti ai quali ancora oggi non si dà il giusto peso, nonostante numerosi studi scientifici abbiano dimostrato le conseguenze che l’uso non sostenibile dei pesticidi produce sulla biodiversità e sul suolo.
Per questo auspichiamo che il futuro Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi preveda obiettivi ambiziosi e tempi rapidi per la loro riduzione; il rafforzamento del sistema dei controlli sugli alimenti e l’adozione di misure a tutela della salute delle persone.
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