Nell’ultima puntata del noto programma Mediaset Quarto Grado, Alessandra Viero e Gianluigi Nuzzi sono tornati ad occuparsi del caso riguardante la strage di Erba. Giudicati colpevoli dell’efferato delitto, Rosa Bazzi e Olindo Romano.
Tuttavia, sembra che ora le indagini siano da rifare, a causa di alcuni elementi non analizzati dettagliatamente all’epoca. I due coniugi potrebbero dunque essere scagionati e tornare in libertà, ma è ancora presto per poterlo affermare con certezza ovviamente. In questo articolo vi parleremo del ritorno in aula di Rosa e Olindo. Il caso di Erba è stato riaperto.
Strage di Erba: Olindo e Rosa al palazzo di giustizia di Brescia
Olindo Romano e Rosa Bazzi, presunti autori della strage di Erba, sono tornati in aula. Erano le 11:30 di martedì, quando un cellulare della polizia penitenziaria ha accostato accanto alla porta del palazzo di giustizia di Brescia. Forte la presenza di telecamere e fotografi appostati sul cavalcavia nelle vicinanze.
Dalla vettura sono usciti un agente ed una collega donna. In seguito sono stati aperti i portelloni posteriori da cui è uscito Olindo Romano. Quarto Grado, narrando la sequenza, ha mostrato la primissima immagine dell’uomo dopo 11 anni di detenzione! Olindo è apparso oramai invecchiato con tanto di capelli bianchi.
L’uomo indossava pantaloni di colore blu ed un maglione verde petrolio. Tra le braccia, l’immancabile giaccone scuro. Olindo è apparso ingrassato. Un operatore ha cercato di attirare la sua attenzione, ma lui non ha mosso un passo e dopo pochi istanti è stato facile comprenderne la causa: ha atteso che sua moglie Rosa scendesse dal furgone. Olindo e Rosa vengono da due carceri diversi, ma sono giunti insieme al palazzo di giustizia, nella stessa vettura.
Lo scorso martedì è stato un giorno importante per loro, in quanto potrebbe aprirsi un nuovo capitolo nella loro vita. Rosa Bazzi è scesa dal furgone avvolta da uno scialle di colore verde che le copriva il volto. Per lei sembra che il tempo non sia passato. La donna ha sempre il suo tipico caschetto castano tenuto in ordine da un cerchietto. In fila indiana sono stati accompagnati in aula, oltrepassando gli appositi corridoi per i detenuti. Finita l’udienza, c’è stato il viaggio di ritorno, sempre insieme.