GENOVA – Toti conferma l’ordinanza della Regione Liguria. Il governatore, infatti, durante una diretta Facebook ha definito il testo “piu’ chiaro e ordinato” rispetto al provvedimento emanato dal governo, giudicato “confuso” su modalita’ e tempistica. Dunque l’ordinanza ligure resta valida nonostante il decreto presentato dal premier Giuseppe Conte.
Ecco cosa ha detto Toti:
“Non si puo’ continuare a sospendere le libertà costituzionali delle persone come succede ormai da marzo, senza dare piani precisi e condizioni precise. Resta una gran confusione e non si puo’ sospendere la Costituzione per tre, quattro mesi attraverso i Dpcm”.
Toti conferma l’ordinanza della Regione Liguria
Per Toti le Regioni, i Comuni e il governo dovrebbero tornare a legiferare nei propri ambiti di competenza:
“E’ bene che le regioni si occupino di industria, turismo, commercio e credo anche sanita’. Ora in Liguria tante persone potranno ordinare e ritirare il cibo in negozio e portarlo a casa o in ufficio. Credo che sia un piccolo aiuto per dare un po’ di lavoro in piu’ a chi gia’ consegnava a domicilio e, per chi invece e’ rimasto fino ad oggi chiuso, di cominciare a riscaldare le cucine e a ripartire in vista di quel 18 maggio di cui parla il governo”.
La ricetta per la fase 2, secondo Toti, è chiara:
“Gradualita’, regole, educazione, distanze, chiarezza: questa secondo me e’ la strada giusta per ripartire. Per ora rilevo che viene escluso ogni ruolo alle Regioni e trovo che sia inaccettabile, viste le scelte. Soprattutto sulle libertà fondamentali previste dalla Costituzione”.
Il governatore ligure critica l’insieme di misure previste dal nuovo Dpcm del premier sull’emergenza coronavirus:
“Nel provvedimento del Governo ancora si bloccano gli spostamenti, anche solo tra province, mentre nessuna data (neanche lontana) viene data per quelli tra Regioni . Non si capisce bene come e in che modalità si potranno andare a trovare genitori e figli ormai lontani da mesi”.
Insomma, in definitiva:
“Troppe cose mancano ancora nel provvedimento del Governo e ancora una volta ci si ostina a voler decidere tutto da Roma, lasciando pochissimo spazio all’iniziativa degli enti territoriali che conoscono meglio di altri le esigenze di famiglie e imprese”.