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Vino novello 2018 finalmente a tavola. Periodo di vendemmia, periodo di assaggi da qualche giorno si brinda alla nuova produzione
Due milioni di bottiglie di vino novello 2018 sono in circolazione in Italia da qualche giorno.
Per dare una definizione:
il vino novello (in francese: vin primeur o nouveau) è un vino ottenuto tramite la tecnica della macerazione carbonica e venduto nello stesso anno della vendemmia da cui proviene. (wikipedia)
Un esempio di vino novello è il francese Beaujolais nouveau.
Ma quest’anno il bel Paese è arrivato prima dei francesi: Coldiretti segnala che il “déblocage” è anticipato di oltre due settimane rispetto al concorrente che si potrà assaggiare solo a dal 15 novembre.
Vino novello 2018 e caldarroste: un binomio a dir poco perfetto che, per quanto riguarda le castagne, ha registrato uno storico record di 30 milioni di chili, +80% rispetto a cinque anni fa.
Leggero e con bouquet aromatico il “vino da bere giovane” deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione messo a punto dal ricercatore francese Flanzy
Un processo che prevede la fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono spremute a distanza di una decina di giorni per un vino che si attesta sugli 11-12 gradi.
Tra l’Italia e la Francia comunque ci sono differenze rilevanti:
- i vitigni utilizzati per questa tecnica sono in Italia 60, dei quali 7 cosiddetti internazionali;
- il periodo di immissione in commercio in Italia è a partire dalle 00.01 del 30 ottobre dell’annata di produzione delle uve utilizzate, fino al 31 dicembre.
- la gradazione alcolica minima deve essere dell’11% in volume.
In Italia, la dicitura “vino novello” è normata in Italia dal D.M. 6 ottobre 1989, modificato in seguito dal D.M. 13 agosto 2012.
Per definirsi novello, il processo di vinificazione carbonica deve riguardare il 40% delle uve, mentre il restante 60% può essere trattato con tecniche di vinificazione classiche.
“La produzione del vino novello in Italia – spiega la Coldiretti – è iniziata verso la metà degli anni 70”
“Il vino novello Made in Italy è basato su uve Dop e Igp ed ha registrato una rapida espansione toccando il picco di 17 milioni di bottiglie 10 anni fa per poi scendere sino ai circa 2 milioni attuali”.
Sempre Coldiretti spiega i motivi di questo calo:
Una serie di fattori: dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco di 6 mesi, alla macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali.
Ma soprattutto gli stessi vitigni, che negli anni passati rappresentavano la base del novello, vengono oggi utilizzati per produrre vini giovani ma che non presentano problemi di durata.