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Un nuovo studio ha scoperto un metodo per combattere la resistenza agli antibiotici e salvare migliaia di vite a rischio.
Resistenza agli antibiotici: come nasce
Uno studio del 2016 ha stimato che 10 milioni di vite all’anno potrebbero essere a rischio a causa della crescente resistenza agli antibiotici. E il trend è destinato a crescere se non si trova un rimedio.
Se gli antibiotici diventano inefficaci, molti tipi di operazioni e trattamenti medici, che potrebbero avere come conseguenza delle infezioni, non potranno più essere eseguiti in quanto troppo rischiosi.
Ma da cosa deriva questo fenomeno?
La resistenza agli antibiotici nasce perché ogni volta che qualcuno li usa, automaticamente sopravvive un piccolo numero di microbi a causa di una naturale resistenza ai farmaci.
Questi microbi, dotati di resistenza naturale, crescono e condividono la loro resistenza con gli altri.
Questa resistenza fa sì che moltissime infezioni non possano più essere curate e portino al decesso anche di bambini e giovani.
Un nuovo metodo contro la resistenza agli antibiotici
Un team della Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland, Ohio, ha svolto un esperimento sui topi.
Un gruppo, interamente trattato con specifiche molecole che impediscono ai batteri di produrre tossine, è sopravvissuto a un’ infezione da sepsi.
Un gruppo non trattato con nulla, ha presentato 2/3 di decessi per infezione.
La differenza è stata significativa nell’evidenziare l’efficacia di questa molecole.
Inoltre questo studio ha mostrato che queste molecole utilizzate possono aumentare l’efficacia degli antibiotici: i topi trattati con entrambi avevano livelli molto più bassi di batteri presenti nel sangue rispetto ai topi trattati solo con i farmaci.
Questi eccellenti e straordinari risultati potrebbero aprire un percorso attraverso il quale gli antibiotici diventati obsoleti potrebbero essere di nuovo efficaci nella cura d’infezioni ed evitare, dunque, milioni di morti.
Il prossimo passo sarà sperimentare questa combinazione di molecole e farmaci su pazienti attualmente resistenti e a rischio di vita.
Ciò comporterebbe enormi benefici in termine di salute pubblica e notevoli risparmi per la sanità.