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In Italia la resistenza agli antibiotici è altissima e gran parte della responsabilità è di medici e ospedali.
Perché sviluppiamo resistenza agli antibiotici
I batteri possono adattarsi ed evolvere fino a sopravvivere all’azione degli antibiotici. L’abuso di questi farmaci ha generato una forma di antibiotica-resistenza che oggi ha raggiunto dimensioni preoccupanti.
Gli ospedali rappresentano il contesto in cui più spesso si fa utilizzo di antibiotici ed è proprio qui, infatti, che si genera il numero più alto di resistenze.
Questo accade perché i pazienti ospedalieri, in Italia, sono sempre più anziani e con un sistema immunitario più debole. Dunque, per questi soggetti, c’è sempre più frequentemente bisogno di terapie antibiotiche. Ciò comporta un uso sistematico di questi farmaci che accresce il fenomeno di sviluppo delle resistenze.
Norme e accorgimenti per ridurre il problema
Uno dei motivi che porta l’Italia a essere tra i maggiori consumatori di antibiotici è che ogni anno nel nostro Paese si registrano tra le 450.000 e le 700.000 infezioni batteriche ospedaliere.
Eliminarle del tutto, forse, non sarà possibile ma è certamente possibile e doveroso ridurle al minimo mettendo in pratica alcuni semplici protocolli sanitari e norme di buon senso:
- cambiare i guanti prima di eseguire qualsiasi procedura medica su un paziente;
- lavare sempre accuratamente le mani per limitare la diffusione delle infezioni microbiche;
- prescrivere gli antibiotici solo quando sono davvero necessari in modo da preservare per più tempo possibile l’efficacia dei farmaci attualmente a disposizione:
- dotare ogni ospedale della figura professionale dell’Infettivologo al quale spetta la valutazione di ogni caso e l’eventuale prescrizione di antibiotici solo se realmente necessari
Accanto a realtà virtuose in cui queste pratiche sono già messe in atto, esistono altre strutture in cui queste misure preventive sono disorganizzate, poco efficaci o del tutto assenti e in parecchi ospedali si adoperano antibiotici anche in situazioni in cui sono inutili o addirittura controindicati.
Da qui la decisione, da parte del Ministero della Salute, di realizzare un Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico Resistenza (battezzato PNCAR), in modo da favorire l’uniformazione delle pratiche e il coordinamento tra diversi enti e strutture,