Il M5S apprezza la posizione di Salvini sulla questione “mafia” e chiede al ministro di essere coerente e allontanare Armando Siri.
Siri, il punto di scissione tra M5S e Lega
Armando Siri è una delle menti più giovani e brillanti della Lega di Salvini.
Di origini liguri, fondatore e ideatore della Scuola di Formazione Politica, ideatore della flat tax e, oggi, sottosegretario ai Trasporti.
Poche apparizioni televisive e sempre connotate da toni pacati, educati e colti. Un’immagine che dona alla lega un “quid” di nuovo e piacevolmente moderato.
Un politico che sembra proiettato verso il futuro e attento ai veri problemi del “popolo”. La flat tax, infatti, suo personale cavallo di battaglia, è stato accolto con favore da tutte le fasce economiche. Un provvedimento finalizzato a sgravare le imprese da una tassazione che costringeva a licenziare e impediva di assumere e a ridare ai privati potere d’acquisto.
Proprio Armando Siri, tuttavia, nell’ultimo mese, è stato coinvolto in un’indagine per corruzione. Ma non è tutto: secondo la magistratura vi è un “sospetto” collegamento con il mondo della mafia.
Il sottosegretario, dunque, è diventato il principale campo di battaglia tra M5S e Lega che, al momento, sono insieme al Governo dell’Italia.
Siri e l’incoerenza della Lega

Tanto il M5S quanto la Lega di Salvini, da sempre, si schierano contro le mafie. Ed è proprio su questo punto che nelle ultime ore il M5S si fa forte e chiede al Ministro dell’Interno di essere coerente e pretendere le dimissioni di Armando Siri.
“Le mafie si combattono ovunque, tanto a Napoli, quanto in Politica”- queste le parole di alcuni esponenti pentastellati all’ANSA.
Secondo il M5S anche laddove ci sia solo il sospetto di un qualche legame con ambienti mafiosi, bisogna subito allontanare i presunti colpevoli.
Viene imposta, sotto forma di aut-aut, una coerenza a scapito di qualunque ragionevole dubbio sulla questione.