Dopo la Brexit la premier britannica Theresa May dice “stop” ai migranti economici provenienti dall’Europa in cerca di lavoro.
Brexit e chiusura dei confini
Che Theresa May fosse una donna di polso stile Margaret Tatcher lo avevamo già capito con la mossa coraggiosa della Brexit.
Ma forse non ci saremmo aspettati una presa di posizione così rigida nei confronti dell’immigrazione neppure da lei.
La premier britannica, senza esitazione, ha comunicato la ferma intenzione di mettere fine alle migrazioni economiche degli europei verso la Gran Bretagna.
Continueranno ad essere accolti a braccia aperte medici, infermieri, avvocati, ingegneri, insegnanti e tutti quei professionisti che potranno aiutare l’economia dell’isola a crescere e prosperare.
Non ci sarà più posto, invece, per i “profili bassi” in cerca di occupazione.
Dunque dopo l’audace uscita dall’Unione Europea con la Brexit, la Gran Bretagna, grazie a questa nuova “lady di ferro”, tornerà ad avere il pieno controllo dei propri confini dopo decenni in cui è stata trattata come “l’isola felice”, meta prediletta da tanti europei in cerca di opportunità.
Conseguenze della Brexit
Questo cosa comporterà? Fine della libertà di movimento?
Ebbene sì! Non si potrà più immigrare in Gran Bretagna alla ricerca di un lavoro ma si dovrà già avere un contratto al momento dell’ingresso.
In questo modo la Gran Bretagna si colloca al di fuori della giurisdizione della Corte europea e potrà siglare in totale autonomia i propri accordi commerciali. In parole povere: il paese tornerà ad essere padrone di se stesso!
Del resto già il filosofo tedesco Kant scriveva che “emigrare è un diritto. Accogliere tutti indistintamente non è un dovere”.
Oltreoceano già Canada e Australia attuano questa politica da un po’ di anni e le loro economie interne ne hanno tratto enormi benefici.
Se con la Brexit la Gran Bretagna aveva dimostrato di non lasciarsi piegare da un’ Unione Europea forse poco rispettosa dei suoi paesi membri, con la chiusura dei confini il paese più multiculturale al mondo dà lo schiaffo decisivo ad un’ Europa sempre più in declino e in procinto di sgretolarsi.