Un negoziante di Mirandola ha attuato una singolare iniziativa per tutelarsi dalle vendite online, ma a molti clienti non è andata giù.
All’ingresso di un negozio a Mirandola è appeso un cartello il quale indica che, per provare le scarpe, è prevista una spesa di 10 euro. In questo modo il proprietario Paolo Luppi ha deciso di intentare una propria personale battaglia contro i colossi delle vendite online. A detta del titolare infatti, in troppi ormai provano le scarpe in negozio per poi comprarle a prezzo più basso sul mercato online. In un’intervista a Il Resto del Carlino ha specificato:
“Mi sono ispirato alla catena americana ‘Foot Locker’, che stanca di far lavorare inutilmente i commessi ha appeso il cartello, ottimo deterrente, all’interno dei suoi megastore. In questo modo si paga la consulenza fornita dal dipendente.”
La prova scarpe costa 10 euro
Molti consumatori non hanno gradito la contromisura adottata da Paolo Luppi, proprietario di Kiki Sport a Mirandola, che richiede 10 euro ai propri clienti solo per provare le scarpe. La richiesta è accompagnata da un cartello piuttosto evidente apposto all’interno del negozio.
I soldi, regolarmente incassati con scontrino fiscale, vengono poi commutati in buoni spendibili negli acquisti successivi presso il negozio. La Federconsumatori Modena ha riportato l’episodio a seguito delle numerose segnalazioni da parte degli avventori di Kiki Sport, i quali si sono ritrovati spaesati difronte alla richiesta dei commessi di pagare per provare le scarpe.
A dare una spiegazione c’ha pensato lo stesso titolare, che ha spiegato il suo punto di vista al Resto del Carlino:
“Con l’avvento di e-commerce oggi succede di tutto e di più. C’è gente che compra l’abito nuziale o altra merce su e-commerce, Amazon e altro e se li fa recapitare il venerdì per usarli nel week end salvo poi restituirli, poiché vige il diritto di resa, il lunedì.”
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