Il periodo che coincide con l’ingresso al nido del bambino è fondamentale per la crescita del piccolo e per le dinamiche della famiglia. Per la prima volta, il bimbo lascia il sicuro ambiente domestico per entrare in contatto con un mondo tutto nuovo, fatto di coetanei, giochi nuovi e adulti che non appartengono alla cerchia della famiglia o degli amici. Questa nuova esperienza stimola la curiosità ma può indurre anche un po’ di timore. È normale che l’ingresso al nido del bambino, soprattutto nei primi giorni, possa scatenare nel piccolo crisi di pianto, smarrimento, perfino un rifiuto verso la struttura. Partiamo dicendo che è una reazione del tutto normale e che compare, in misura più o meno evidente, nella grande maggioranza dei bambini. Si risolverà e il piccolo frequenterà il nido senza problemi. Vediamo però, nel frattempo, come affrontare in modo piacevole l’ingresso al nido del bambino.
Inserimento al nido: come funziona
È bene prima capire quale sia l’età migliore per l’inserimento al nido dei bambini. Il nido o nido d’infanzia, è aperto per i piccoli dai tre mesi ai tre anni di età, prima della scuola per l’infanzia. Secondo gli esperti, compatibilmente con la disponibilità delle famiglie l’età giusta per l’inserimento è tra l’anno e mezzo e i due anni. In questa fase, infatti, un bambino è già abbastanza autonomo, è più maturo dal punto di vista psico-emotivo e ha un grande bisogno di socializzazione. Può quindi beneficiare appieno delle nuove esperienze che vive ogni giorno nella struttura. Se necessario, si può anticipare l’iscrizione al nido ai nove mesi di età, tenendo conto che in questa fase il bambino potrebbe sentire maggiormente il distacco dalla famiglia.
Come funziona l’inserimento al nido? Si tratta di un periodo, variabile dai 10 ai 20 giorni, durante il quale il bambino frequenta la struttura insieme a un genitore, spesso la mamma ma non necessariamente. Il piccolo entra al nido, conosce le educatrici, interagisce con gli altri bambini mentre il genitore è accanto a lui. La permanenza si limita ad alcune ore al mattino, sempre in presenza del genitore. Se dopo i primi giorni il bambino mostra di accettare volentieri l’asilo, la mamma o il papà possono allontanarsi per qualche minuto, per vedere come reagisce il figlio. Si continua così, lasciando il piccolo per un lasso di tempo sempre maggiore. Quando il bambino avrà accettato di buon grado di restare al nido da solo, l’inserimento è concluso. Il periodo di tempo è variabile: alcuni bambini si inseriscono prima, per altri occorre più tempo e anche questo è del tutto normale.
Le regole per l’inserimento al nido
Seguendo qualche semplice accorgimento sarà possibile assicurare un ingresso al nido del bambino piacevole e senza lacrime.
- Andare qualche giorno prima davanti alla struttura, spiegando al piccolo che è un luogo pieno di amici e di giocattoli bellissimi. Servirà a rassicurarlo e a incuriosirlo
- Sfogliare insieme con il bambino qualche libro che parla del nido e di questa nuova esperienza. Non importa se è molto piccolo, è comunque un modo per avvicinarlo alla realtà che sta per conoscere
- Cercare di restare tranquille e serene. I bambini leggono le emozioni anche se gli adulti cercano di nasconderle. Inutile sorridere se dentro di sé si inizia già sentire la mancanza del figlio
- Non sentirsi in colpa. L’asilo non è un luogo punitivo, ma rappresenta una importante esperienza e una forma di arricchimento personale. Si deve quindi essere certe di agire per il meglio
- Evitare l’inserimento in un periodo impegnativo per il piccolo, come la nascita di un fratellino o eventuali disturbi del sonno
- Non fare confronti con gli altri piccoli. Alcuni si abituano prima, per altri occorre più tempo, dipende dal carattere e dalle capacità di adattamento. Prima o poi, tutti i bimbi frequentano il nido con gioia e serenità
- Fidarsi delle educatrici, che sono preparate e sanno accompagnare il bambino nel suo percorso di inserimento
L’inserimento al nido secondo il Metodo Montessori
I consigli sull’inserimento si ispirano quasi ovunque al metodo didattico montessoriano, fondato dall’educatrice Maria Montessori. Il metodo ha come obiettivo la valorizzazione delle potenzialità naturali del bambino, assicurandogli la libertà necessaria a sviluppare la sua spontaneità. Per questo anche le scuole, a partire dal nido, sono esattamente a misura di bambino, non solo come proporzioni, ma anche nella filosofia dell’accoglienza. L’inserimento al nido secondo il Metodo Montessori prevede la rassicurazione anche dei genitori. Mamma e papà vivono un sentimento simile: curiosità, timore, nostalgia. Permettendo anche ai genitori l’accesso al nido per tutto il tempo necessario la famiglia raggiunge il necessario livello di serenità e sicurezza per affrontare questa esperienza. Anche l’attaccamento alla mamma si supera con più facilità perché il bambino frequenta la struttura da solo, unicamente nel momento in cui è pronto a farlo.