Consip, una telefonata cambia la vita
Consip, il Fatto Quotidiano ha pubblicato oggi il contenuto di una telefonata intercettata dagli inquirenti, avvenuta lo scorso 2 marzo tra Matteo Renzi e il padre Tiziano. Al consueto appuntamento con il Matteo risponde, il segretario del Pd tralascia i dettagli relativi a quello che Tiziano Renzi non avrebbe detto a Luca Lotti. Nella telefonata, infatti, Matteo Renzi avrebbe chiesto al padre di raccontare la verità ai magistrati e di non fare come aveva già fatto in passato con “Luca”. Solo 48 ore dopo, Tiziano Renzi veniva interrogato dagli inquirenti perché indagato per traffico di influenze illecite nell’inchiesta sulla centrale pubblica degli appalti.
Renzi promette la verità ma omette
Nel Matteorisponde, Renzi tiene incollati tutti i visitatori dei social dichiarando di raccontare tutta la verità. Però poi omette diversi aspetti. Non fornisce spiegazioni sulla sua richiesta al padre di non tirare in ballo anche la moglie, Laura Bovoli, e nemmeno sul suo riferimento a Marco Lillo. Quindi, quanti si aspettavano di conoscere cosa fosse successo veramente e cosa significassero alcune frasi pronunciate durante la telefonata, sono rimasti delusi. Sulla mancata verità a Lotti, Matteo Renzi afferma solo di aver dubitato di suo padre, cosa che non augura a nessuno.
“Luca” sarebbe Luca Lotti
Il mistero più grande resta cosa non avrebbe detto Tiziano Renzi a “Luca”. Luca Lotti è indagato nell’inchiesta per favoreggiamento e rivelazione di segreto. Il segretario del Pd fa chiaramente riferimento ad una verità non detta dal padre Tiziano al ministro dello sport. Matteo Renzi comunque sottolinea che il padre ha la fedina penale pulita e che la pubblicazione delle intercettazioni sarebbe illegittima, nonché inopportuna, dato il tono particolarmente duro che l’ex premier aveva utilizzato col padre. Ha dichiarato inoltre di essere stato costretto, in quanto uomo delle istituzioni, a sollecitare il padre a dire la verità.
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